Rebbio, straniero un alunno su due

Ma il numero complessivo degli studenti privi di cittadinanza sui banchi della provincia è in netto calo. Molti di loro sono nati in Italia: diventeranno italiani con la maggiore età. Il record (8 su 10) all’asilo di via Varesina

Uno studente su dieci, a Como e provincia, è straniero. È un dato ormai assodato, peraltro in costante calo. Sono sempre meno le famiglie provenienti dall’estero che decidono di mettere radici a queste latitudini.

Ciò nonostante gli alunni con cittadinanza non italiana continuano a scegliere solo alcune scuole “polo”, soltanto pochi quartieri nei quali concentrarsi. Il primo fra tutti è il quartiere di Rebbio, mentre i licei rimangono scuole inaccessibili.

È bene anteporre una premessa: quando si parla di studenti stranieri occorre ricordare come in realtà circa il 60% di questi ragazzi è nato qui, in Italia, ma per ottenere la cittadinanza, in genere, devono aspettare il compimento del diciottesimo anno d’età.

L’istituto comprensivo che conta il maggior numero di alunni stranieri è senza dubbio, come abbiamo detto, quello di Rebbio; il 43% del totale, secondo un documento appena pubblicato dall’ufficio scolastico regionale. Rientra quasi nella top ten della Lombardia, soprattutto se si guarda ai singoli plessi.

In via Varesina, alla scuola dell’infanzia, otto bambini su 10 non hanno la cittadinanza italiana. «È la scuola più colorata di Como - racconta la maestra Sofia -. Bisogna venire a visitarla per apprezzarne la bellezza».

Seconda la preside Daniela De Fazio la diversità deve diventare una forza: «Perché arrivano tutti a Rebbio? È anche una questione di sviluppo della città. La politica dovrebbe chiedersi se vuole fare di Rebbio e Carmerlata una banlieu parigina». Gli stranieri potrebbero meglio essere distribuiti in tutta la città, ci sono altre scuole dove la loro presenza non raggiunge la quota del 10%. «Credo che molto dipenda dalle concentrazioni sui territori - commenta Franco Castronovo, il docente che segue il tema dell’inclusione per il provveditorato di Como -. In zone come Rebbio, Camerlata, Como Borghi, la percentuale di residenti stranieri è molto alta, la presenza all’interno delle scuole è una conseguenza, non è così per esempio a Lora o in molti paesi del lago. Noi comunque, come ufficio scolastico provinciale, teniamo sott’occhio questa mappa, nel tentativo di governare il fenomeno, pur nei limiti della libera scelta delle famiglie». Una circolare ministeriale del 2010 fissava al 30% il tetto massimo di studenti stranieri per classe, questa direttiva non ha quasi mai trovato riscontro nei fatti. Anzi in alcune città italiane si assiste alla formazione di classi mono etniche, soprattutto le famiglie cinesi scelgono in maniera compatta solo determinati istituti. Questo a Como ancora non accade, certo però ci sono scuole più straniere di altre.

È forte la presenza di alunni non italiani a Como Nord, uno su quattro, così come a Cantù 1, Cantù 3 e al IV Novembre di Mariano.

Tra le superiori vincono la DaVinci-Ripamonti e il Pessina, 19% di alunni stranieri, seguono a distanza il Caio Plinio, 14% e il Romagnosi, 12%. Sempre alle superiori è difficile non notare come in alcuni istituti la presenza di stranieri sia quasi assente, il 2% al Galilei di Erba, il 3% al Volta, al Carlo Porta, al Terragni, in genere i percorsi liceali non attraggono questa utenza che si sposta in maniera massiccia sui corsi professionali. Segno che l’integrazione, al netto delle difficoltà economiche, anche sui banchi non si è ancora davvero compiuta.

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