Reclutatori per lo Stato islamico
C’è un asse tra via Pino e il Canton Ticino

Emissari di comunità svizzere ospiti del centro culturale di Camerlata

La polizia sospetta l’esistenza di una filiera di integralisti attiva a cavallo del confine

Ci sarebbe un legame operativo molto forte tra i vertici del centro culturale islamico di via Domenico Pino e i colonnelli di una presunta filiera di reclutamento jihadista attiva in Canton Ticino.

La notizia, non troppo rassicurante, filtra a poche ore dall’allontanamento forzato del tunisino Belgacem Ben Mohamed Belhadj, 49 anni, in Italia dal 1989, rimpatriato per ordine del ministero perché fortemente sospettato di collocarsi su posizioni molto, troppo vicine a quelle dello Stato islamico e dell’integralismo più sanguinario.

Se è vero quel che risulta al ministero, quei vertici internazionali venivano spesso organizzati per parlare, anche, del tema del reclutamento dei giovani aspiranti mujaheddin intenzionati a lasciare l’Europa per raggiungere la Siria, la Libia e altri scenari di guerra “santa” nei quali potersi cimentare con un fucile.

L’approfondimento su La Provincia in edicola lunedì 19 dicembre

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