Rifiuti della ’ndrangheta sepolti in città
L’ira contro i silenzi di Palazzo Cernezzi

Il Comune di fronte alla denuncia di veleni interrati si limita a frasi fatte. L’opposizione: «Basta dichiarazioni generiche»

«L’amministrazione è a disposizione dell’autorità inquirente e giudiziaria» chiosa una nota ufficiale del Comune. «E ci mancherebbe anche che non lo fosse» replica incredulo il consigliere comunale di opposizione, nonché avvocato, Fulvio Anzaldo. «Di fronte a una questione così seria non bastano dichiarazioni generiche» sottolinea un altro consigliere di minoranza, l’ex pubblico ministero Vittorio Nessi.

Le dichiarazioni in aula

Non è certo passato inosservato il commento pro forma, generico e composto di frasi fatte che l’amministrazione Landriscina - per il tramite dell’ufficio stampa comunale - ha rilasciato a fatica sulla questione dei rifiuti della ’ndrangheta sotterrati (stando a un imputato ex dipendente della Smr Ecologia) sotto i ponti della tangenziale di Como, ultimo tratto della Pedemontana.

Oggetto del contendere la deposizione, resa in Tribunale a Como nelle scorse settimane, da Daniele Frustillo, per gli inquirenti un uomo legato ai clan della criminalità calabrese e, in particolare, assolto dall’accusa di estorsione nei confronti del titolare della Smr Ecologia (la società con sede operativa a La Guzza, nella cui area aveva accumulato illegalmente tonnellate di rifiuti). Parlando in aula Frustillo ha detto: «Dovevamo sgomberare l’area, dopo il sequestro da parte della polizia (per la precisione da parte della polizia locale ndr), ma siccome a pochi giorni dal termine dell’ultimtum la zona era ancora piena, Matteo Molinari (il titolare della Smr, per li quale i giudici hanno disposto l’invio degli atti per valutare un’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa ndr) ci ha detto di seppellire i rifiuti». L’equivalente di due bilici di sacchi sarebbe stata interrata là sotto.

«Mi aspetto e voglio di più dall’apparato amministrativo di fronte a simili notizie - commenta Anzaldo, consigliere della lista Rapinese - Di più quanto a controlli preventivo e in generale sul rafforzamento degli anticorpi per rendere la nostra città immune, oltre a fare quanto necessario per rimuovere il danno al netto dei necessari accertamenti che l’autorità giudiziaria dovrà effettuare».

Il tema degli anticorpi, ovvero dell’impegno di un’amministrazione sulla sensibilizzazione della cittadinanza circa i temi della difesa dell’ambiente dagli attacchi della criminalità, lo affronta l’ex magistrato Vittorio Nessi: «Di fronte a una notizia inquietante, e in attesa delle necessarie verifiche da parte dell’autorità giudiziaria, a mio giudizio il Comune deve muoversi immediatamente e con decisione su almeno tre direttrici fondamentali: verificare, nell’ambito delle proprie competenze e per prevenire comportamenti analoghi, come i fenomeni illegali di celamento di sostanze tossiche nelle fondamenta delle strutture pubbliche si siano potuti verificare e cosa non abbia funzionato nel sistema dei controlli. Sostenere, mediante la partecipazione attiva ai processi le iniziative dell’autorità giudiziaria. Trasmettere alla cittadinanza un messaggio culturale forte circa la pericolosità e la pervasività del traffico di rifiuti tossici sul territorio comasco e la necessità di contrastarli con fermezza».

L’interrogazione al sindaco

Infine sul tema il consigliere comunale di Como del Pd, Gabriele Guarisco, ha formalizzato un’interrogazione al sindaco Landriscina: «Visto il rischio ambientale è importante che il Comune riferisca su cosa attende l’area de La Guzza».

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