Riforma delle province
I medici contro Maroni

Il presidente dell’Ordine contesta la riforma che sta pianificando la Regione con il lago diviso in tre

Per primi, a settembre, avevano sollevato alcune perplessità sul nuovo assetto territoriale e avevano chiesto un incontro con il governatore Roberto Maroni. Farmacisti, veterinari, infermieri, medici, sindacati della sanità e rappresentanti ospedalieri si erano espressi subito contro la ridistribuzione della provincia di Como in due diverse agenzie di tutela della salute (Ats), quella dell’Insubria e quella della Montagna, con quest’ultima che si è vista assegnata il distretto del Medio e Alto Lario. «Ero contrario allora - afferma Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei Medici - e lo sono oggi. Ancora di più se questo assetto diventa la base su cui costruire le nuove province, come è stato detto. La decisione ha creato una corale protesta di tutto il comparto del Medio Alto Lario e in modo particolare del territorio della Val d’Intelvi fino a Menaggio. Queste zone, infatti, sono solo orograficamente simili a quelli della Valtellina ma sono distanti dal punto di vista viabilistico e del tutto avulse per quanto attiene l’organizzazione amministrativa». Ora, però, se sarà confermato lo schema delle Ats per la creazione delle aree vaste (sostituiranno le Province), diventerà più difficile, in caso di difficoltà, tornare indietro: «La politica è arrivata in ritardo - dice Spata - Poi non riesco a capire il senso dello smembramento, si creerà una gran confusione. Perché quest’azione sulla sponda occidentale e non su quella orientale? Non si tiene nemmeno conto della storia dei territori. Forse, un’unione con Lecco avrebbe facilitato le cose. Poi, io non faccio il politico di lavoro ma il medico: nel nostro campo, raccoglieremo le criticità e faremo le dovute osservazioni. Spero che, nel famoso comitato indetto da Maroni per la definizione delle nuove aree, siano stati invitati a partecipare pure i rappresentanti della sanità».

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