San Martino, non resta più nulla
Nemmeno il sogno di un parco

Anche il centro di medicina dello sport da ieri è nella nuova sede in Napoleona La cittadella resta vuota: edifici dismessi, dibattiti, nessun progetto

Il San Martino è sempre più vuoto, ed è sfumata anche l’idea di farne un parco urbano.

Dopo il trasferimento del consultorio, ieri anche la medicina dello sport ha traslocato in via Napoleona. Gli spazi dell’ex ospedale psichiatrico sono sempre più desolati, una ferita aperta. Cinque anni fa l’unico grande polmone verde del capoluogo doveva diventare un campus universitario, ma il progetto è naufragato e da allora nulla è stato fatto per riprogettare il futuro. L’anno scorso l’ultimo tentativo, capofila il parco della Spina Verde, che mirava ad aprire il bosco e il “pratone” alle passeggiate dei cittadini, tentativo che anche in quel caso non ha ricevuto i finanziamenti auspicati. «Ora però cerchiamo fondi per mettere in sicurezza l’area - dice il presidente della Spina Verde Giorgio Casati -, disboscare e chiudere gli accessi alle persone che entrano per tutelare la proprietà». Proprietà ridotta ad un’intricata selva che in gran parte è dell’Asst Lariana e per il rimanente dell’Ats Insubria, enti il cui riferimento politico è la Regione Lombardia (ente cui ieri La Provincia ha chiesto inutilmente aggiornamenti). Dentro cosa rimane? Rimangono le associazioni che si occupano di salute mentale, “Oltre il Giardino”, l’università del tempo ritrovato, piccoli centri che ospitano persone come La Quercia e il Ritrovo, e il bar ricreativo Cral. Più a nord verso l’ex statale per Lecco c’è la comunità di recupero Arca, subito sotto l’Hospice. Al confine sud invece in via Carso verrà spostato il Sert.

Al secondo piano dell’edificio centrale su cui campeggia l’orologio, uno dei tanti stabili inagibili, c’è una biblioteca perduta con 3mila testi. L’archivio delle cartelle cliniche ha abbandonato la città. Verso i vigili del fuoco le ville Silvia e Chiara a rischio crollo potrebbero interessare l’espansione dell’università dell’Insubria se mai andasse in porto il progetto di potenziamento dell’area di via Valleggio.

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