San Rocco, un dormitorio
in ricordo di don Roberto

Apre oggi la struttura invernale pensata per accogliere i senza dimora: circa venti posti gestiti da Caritas

Aprirà proprio lì, nella parrocchia di Roberto Malgesini, dove cominciò la sua “esperienza di servizio” verso i più poveri, e a due passi dal luogo in cui, poco più due mesi fa, venne ucciso. Oggi comincia la sua attività il dormitorio invernale di San Rocco, collocato in via Regina Teodolinda 61. Un luogo pensato per accogliere i senza dimora, di cui il sacerdote di strada era un punto di riferimento irrinunciabile.

«L’idea - spiega Roberto Bernasconi, direttore della Caritas - è nata prima della sua morte. Non avendo più la disponibilità del centro pastorale, eravamo alla ricerca di una struttura dove continuare l’esperienza. Inoltre, avevamo deciso di puntare su più luoghi, così da avere una concentrazione minore di ospiti: in questo modo, stanno meglio loro e per noi sarebbe stato più gestibile».

Così, per “Emergenza freddo”, si è arrivati a contare sull’ex oratorio a San Rocco, gestito dalla Fondazione Caritas solidarietà e servizio, e sull’ex caserma di via Borgovico, in capo alla Fondazione Somaschi. In totale, i posti sono una cinquantina.

Emergenza freddo

«C’è continuità con l’azione di don Roberto – aggiunge Bernasconi – la quale non era slegata con quanto portato avanti quotidianamente da “Porta aperta” o da altre realtà. In modo magari diverso, lo scopo è però comune: aiutare chi non ha un tetto sopra la testa».

La struttura di San Rocco si sviluppa su due piani, i posti letto sono una ventina e destinati solo agli uomini. Sono presenti i servizi e le docce, oltre a uno spazio destinato alla socializzazione e dove, probabilmente, saranno distribuite le colazioni. In teoria, avrebbe dovuto aprire lunedì, ma a causa di un problema con l’allacciamento del gas, sarà posticipata a oggi.

Da dieci anni, Emergenza freddo è promosso dagli enti che aderiscono alla rete per la grave marginalità “Vicini di Strada” (di cui fa parte anche il Comune), cui si aggiungono ogni anno altri enti, associazioni, gruppi informali e singoli cittadini.

Come ogni anno, servono volontari. Il servizio è, infatti, reso possibile per la partecipazione delle moltissime persone che accolgono gli ospiti a partire dalle 19.30; ogni anno viene rivolto un appello perché questo folto numero continui a essere alimentato. Particolare attenzione sarà riservata alle misure di sicurezza per la prevenzione di contagi: tutti coloro che parteciperanno saranno dotati dei necessari dispositivi previsti nel protocollo. Ci si potrà rendere disponibili anche per poche ore, in accoglienza o per la notte fino alle 7 del mattino, orario di chiusura dei due centri. Chi volesse dare la propria disponibilità può telefonare allo 031.0353533 dalle 9 alle 12.30 o inviare una mail lasciando i recapiti personali a [email protected]. L’appello è supportato da una campagna realizzata da Feelo, l’agenzia creata da Legàmi, gruppo di giovani che promuove l’incontro tra la grave marginalità e il mondo giovanile.

In via Borgovico

Intanto, lunedì sera ha aperto le porte la struttura in via Borgovico. Complice l’anticipo e il cambio di luogo rispetto agli altri anni, i numeri della prima notte sono stati bassi (quattro ospiti), ma verosimilmente saliranno in questi giorni. È possibile contribuire a sostenere il dormitorio invernale anche con una donazione economica. La raccolta fondi farà capo a Fondazione Caritas: per informazioni www.caritas.diocesicomo.it.

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