Santa Teresa, sei anni di nulla
L’Insubria: «Ma adesso ci siamo»

L’università annuncia di voler convertire la struttura in un centro congressi. Le prime riunioni tecniche a gennaio. Il rettore promette: «Tutto pronto entro il 2021»

Il 2021 potrebbe essere quello buono. Ma, intanto, per il prossimo anno, non ci sarà niente da fare: Santa Teresa resterà ancora chiusa.

La conferma arriva nel giorno in cui l’Insubria, a firma del prorettore Stefano Serra Capizzano, ha inviato una lettera al sindaco Mario Landriscina, ribadendo l’interesse per l’ex residenza universitaria e la volontà di trasformare la struttura in un’ala scientifica e congressuale, al servizio del polo umanistico dell’ateneo.

«La scelta è arrivata anche alla luce dell’espansione del neonato dipartimento di Scienze umane e dell’innovazione del territorio – spiega Serra Capizzano – poi, ci si dovrà accordare con l’amministrazione attorno a una serie di questioni tecniche ma, come avevo già avuto modo dire, non vedo come complicate». Oltre alla destinazione d’uso, uno dei punti riguarda la durata della concessione: «Già nella precedente dicitura si concedeva un tempo lungo – continua il prorettore - e a noi andrebbe benissimo riconfermarlo. Quindi, non penso ci siano difficoltà».

Il restauro dell’ex convento si concluse nell’ottobre 2001 (costò, ai tempi, tre miliardi di lire). Dopo l’inaugurazione del 2003, la struttura ebbe fin dall’inizio problemi per identificare un gestore. Il Politecnico restituì le chiavi nel 2013, mentre l’Insubria, a gennaio, aveva comunicato al Comune la decisione di riconsegnare il compendio. L’amministrazione, prendendo atto, aveva chiesto il rispetto del termine di preavviso di sei mesi. Poi, a luglio, il cambio di rotta dell’università. «A gennaio ci saranno i tavoli tecnici per definire gli ulteriori dettagli – specifica Serra Capizzano - la decisione di inviare la lettera al Comune è arrivata sia per confermare in maniera ufficiale l’intenzione dell’ateneo e, al contempo, per sedare alcune critiche strumentali arrivate, anche figlie però della nostra lentezza nel procedere». Per alcuni, infatti, la comunicazione arrivata a luglio fu un assist all’amministrazione in un momento politico complicato e non figlia di vero interesse da parte dell’ateneo. Una posizione sempre smentita dall’università.

Per la riapertura, saranno necessari parecchi lavori poiché la struttura attuale dovrà passare da ex dormitorio a un polo scientifico e congressuale. È difficile fare oggi una stima, ma dovrebbero costare attorno ai trecentomila euro. «Interverremo noi con la riqualificazione necessaria – specifica il prorettore - è bene sottolineare come, se si fosse dovuto ristrutturare e mantenere il dormitorio, i costi sarebbero lievitati perché gli adeguamenti necessari circa le norme di sicurezza sono più cari. Di sicuro, la soluzione da noi scelta è la più funzionale ed economica».

Infine, la domanda più importante: quando riaprirà i battenti e tornerà operativo il compendio di Santa Teresa? «Se dovessi azzardare - conclude Serra Capizzano - direi per il 2021».

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