Sant’Agata e Albatese
Uomini, non campioni

DIOGENE / C’è chi sbaglia apposta un rigore che non c’era. E chi ai genitori dice: “Se volete vincere andate altrove”

n città due associazioni sportive puntano più sull’aggregazione che sul risultato: Albatese e Sant’Agata.

Cinquant’anni di storia fatti di insegnamenti di correttezza. L’Albatese è una società nata nel 1968 per decisione di alcuni ragazzi della frazione, di comune accordo con il prete. «Creare un modo per aggregare e insegnare i sani valori dello sport» l’obiettivo, e di strada in questo senso ne ha fatta la società.

Finì sulla Gazzetta dello Sport, non per aver dato alla luce uno dei campioni dello sport, non per aver vinto un campionato, ma per un rigore sbagliato, calciato fuori. Era una gara del campionato Allievi, Albatese - Alzate, risultato di 1-1 a pochi minuti dalla fine. L’arbitro concesse un rigore ai padroni di casa tra le proteste degli avversari. L’attaccante dell’Albatese lo calcio palesemente e volutamente fuori ammettendo l’abbaglio del direttore di gara.

«Fummo i primi a farlo - spiega Luigi Nessi, tra i fondatori e memoria storica della società - Posso dire scherzando che negli anni, poi, qualcun altro ci ha copiato. Fa parte del nostro stile, alla fine i ragazzi persero il campionato per un solo punto, ma la lezione di onestà se la sono portata dietro per tutta la vita».

“Se vuole che suo figlio vinca sempre lo porti in un’altra società” scritto così, con il freddo inchiostro sulla carta, può sembrare drastico il benvenuto che il presidente, Francesco Angelini, dà ai genitori che decidono di iscrivere i propri figli al Sant’Agata a Como. Una provocazione ma non troppo. In realtà però l’universo della società dell’oratorio di Como è molto più allegro e colorato. E parte proprio dal presupposto che una società sana, ancor prima umana che sportiva, non può prescindere dal fatto che alla base di tutto ci sia la crescita dell’individuo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA