Sant’Anna, otto ore di attesa
Caos e insulti al Pronto soccorso

In un giorno 223 accessi, 41 ambulanze. Tantissimi i codici verdi

Il primario: «Situazione insostenibile, più medici o dirottino i casi non gravi»

Se gli accessi, nell’arco di 24 ore, superano quota 153, iniziano i problemi. Lo dicono i documenti ufficiali, in realtà gli operatori del Pronto soccorso del Sant’Anna riescono a gestire anche 180 pazienti in un giorno. Oltre questa soglia, però, la struttura va davvero in tilt.

Pensate allora cosa può succedere se in un giorno arrivano al Pronto soccorso 223 pazienti, come è appena accaduto.

Tensione alle stelle, proteste, e così mercoledì scorso le due infermiere chiamate a gestire e registrare gli accessi (quello che in gergo si chiama “triage”) sono state pesantemente insultate e minacciate da alcuni pazienti, stanchi di aspettare.

Le possibili soluzioni sono note, il primario le cita ormai da tempo: «O si attiva un percorso diverso per i codici verdi, con una gestione al di fuori dell’ospedale, oppure si decide che devono continuare a venire tutti in Pronto soccorso e allora si aumenta il numero dei medici presenti». I dati dicono che al 4% delle persone visitate in un anno al Pronto soccorso del Sant’Anna viene assegnato il codice bianco (significa non dovrebbero nemmeno rivolgersi all’ospedale) e al 14% il codice azzurro (casi che possono aspettare a lungo, tanto da essere inseriti in un percorso diverso rispetto agli altri pazienti in attesa). Se a questo aggiungiamo che il 53% degli accessi è un codice verde (problema non grave), il quadro è completo.

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