Sca, una bancarotta da 40 milioni
Anche i commercialisti sotto accusa

Chiusa l’inchiesta sul clamoroso fallimento del 2016 della concessionaria Mercedes

A un certo punto, accusano finanza, curatore fallimentare e Procura, nel disperato tentativo di cercare soldi per far fronte all’emorragia contabile della sua società, Luigi Marino, per tutti a Como l’uomo Mercedes, si sarebbe pure messo a moltiplicare le auto. E, con la complicità di un altro concessionario Mercedes di Parma, avrebbe clonato qualcosa come 250 libretti di circolazione di altrettante auto, così da fornire garanzie (false) alle banche e far ottenere alla concessionaria Sca prestiti per 5 milioni di euro. La Procura di Como - pubblico ministero Mariano Fadda - ha notificato in questi giorni a dieci persone l’avviso di chiusura indagini per la bancarotta della Mercedes Sca di Como, fallita nel 2016 con debiti per oltre 40 milioni di euro. Sotto accusa non soltanto l’ex patron della concessionaria, ma anche i figli, la moglie e ben 5 commercialisti, che nel corso degli anni avrebbero suggerito - commettendo reati, secondo la Procura - possibili vie d’uscite dalla crisi.

Sotto inchiesta per bancarotta fraudolenta - a un passo da una possibile richiesta di rinvio a giudizio, qualora gli indagati non riuscissero a convincere il pubblico ministero dell’estraneità dalle accuse - sono finiti: Guglielmo Marino, 49 anni, Alessandro Marino, 47 anni, Valeria Bertini, 76 anni, tutti componenti del consiglio di amministrazione della Sca srl. Sono accusati di aver dissipato il patrimonio della società e di aver distratto ingenti fondi causando il dissesto.

I professionisti coinvolti

E ancora, sempre per bancarotta, rischiano di finire davanti a un giudice: il professor Angelo Palma, 79 anni, titolare dell’omonimo studio di consulenza aziendale societaria e tributaria di Como, professore alla Cattolica; il figlio Giulio Palma, 47 anni, anche lui docente universitario all’Insubria nonché componente del collegio sindacale della stessa Sca assieme a Fabio Caponi, 54 anni di Padova, e a Vincenzo Rappa, 58 anni, di recente assolto con formula piena da un’altra accusa di bancarotta (il fallimento della Olmetto); Pasquale Borello, 60 anni, commercialista con studio in centro città e curatore, per conto del Tribunale, di molti fallimenti. I commercialisti sono accusati da un lato di aver acconsentito che nei bilanci della società le clamorose perdite non venissero riportate, dall’altro di aver consigliato Marino di effettuare operazioni di “salvataggio” che, in realtà, avrebbero peggiorato la situazione.

Infine l’avviso di chiusura indagini è stato notificato a Luigi Armani, il titolare della concessionaria di Parma accusato di aver aiutato Marino a clonare i libretti delle auto per poter ottenere linee di credito con le banche.

Parola alla difesa

Ora la parola passa agli avvocati difensori degli indagati. Per loro c’è tempo fino al termine dell’estate per presentare memorie difensive così da evitare l’eventuale richiesta di processo da parte della Procura. Dal canto suo il professor Angelo Palma, dopo aver letto il capo d’accusa, commenta: «Per quanto mi riguarda nulla (i riferimento è alle contestazioni ndr) corrisponde al vero. Però ho ancora fiducia nella giustizia».

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