Scuola, mancano 800 insegnanti

Il concorso promesso dal ministero non è mai partito: 431 le cattedre di sostegno vacanti - I sindacati: «Colpa anche dei pensionamenti: con “quota 100” sono quasi raddoppiati in un anno»

Dopo i trasferimenti e i passaggi di ruolo, nelle scuole di tutta la provincia sono tanti i posti disponibili per il prossimo anno scolastico. A meno di sessanta giorni dall’inizio della scuola – in Lombardia si comincia il 12 settembre – si tratta di 381 cattedre vuote in tutta la provincia. È impressionante il numero dei “vacanti” per il sostegno, di gran lunga una delle zone d’Italia in cui c’è più bisogno: ben 431.

Guardando nello specifico, attualmente alle elementari si contano 77 posti liberi, 178 alle medie e 126 alle superiori. Seguendo lo stesso ordine, per il sostegno si contano rispettivamente 184, 185 e 62 cattedre vuote.

«Rispetto alle altre volte – spiega Gerardo Salvo, segretario provinciale Uil scuola – per alcune “classi”, abbiamo registrato posti liberi. Per esempio educazione fisica. Purtroppo, in generale, il concorso promesso dal ministro Bussetti non è mai partito. Non c’è mai un governo in grado di prendere in mano la situazione una volta per tutte. I ritardi dell’amministrazione sono enormi e i problemi vanno risolti: noi siamo disponibili a sederci attorno a un tavolo e scegliere, se necessario, un metodo di reclutamento diverso».

La questione delle cattedre scoperte, è bene sottolinearlo, riguarda tutta la regione. Al momento, infatti, in Lombardia (fonte ministero dell’Istruzione) sono quasi 15mila i posti di insegnanti, di cui 5608 di sostegno, cui se ne aggiungeranno con buona probabilità altri settemila, sempre di sostegno, per garantire la copertura per gli alunni diversamente abili presenti nelle scuole. Infine, più di 5500 docenti se ne andranno in pensione.

«Le cattedre vuote sono tante - conclude Rosaria Maietta, segretaria provinciale Fic Cgil Como - non abbiamo ancora però le nuove immissioni in ruolo, cominciate già per alcune “secondarie” ma, in generale non abbiamo a disposizione il quadro completo. Rispetto allo scorso anno, la situazione è più o meno identica. Sono state completate alcune procedure concorsuali, ma ci troveremo ancora con tanti posti vacanti a settembre. Da una parte, il numero degli immessi in ruolo aumenterà, dall’altra, però, sono andate in pensione più persone, scegliendo la quota cento».

C’è il passaggio delle immissioni in ruolo e un’estate di mezzo: viene però spontaneo chiedersi quale sarà la situazione nelle superiori a settembre, a maggior ragione perché nel 2018 furono centinaia le cattedre rimaste poi “scoperte”. Al momento, è presto dirlo. Certo, la speranza è evitare la stessa situazione. « Secondo me – è il commento di Albino Gentile, segretario della Cisl scuola del Laghi – ci sono le premesse per essere anche messi peggio. Per esempio, lo scorso anno non c’era la” quota cento” o l’abolizione dell’allungamento dell’aspettativa di vita della legge Fornero. Così, si è registrato un incremento dei pensionamenti, il doppio circa rispetto allo scorso. Ci sono stati concorsi straordinari, ma solo per alcune classi. Per la primaria, con buona probabilità, si riuscirà a “contenere”. Per altri segmenti, avremo più difficoltà. Servono strumenti in grado di rendere meno precario il lavoro».

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