Scuola, solo un preside
dice sì alla “schiscetta”

Una nuova sentenza della Corte d’appello di Torino concede ai genitori la libera scelta sulle mense. Ma a Como non si cambia. Unica voce fuori dal coro quella della dirigente di Rebbio: «Sì ai panini da casa»

Schiscetta in classe? Non basta un nuovo pronunciamento favorevole della corte d’Appello di Torino. La maggior parte dei presidi delle scuole comasche dice no alla possibilità di portarsi il cibo da casa. Servirebbe che, come in altre città italiane, gli istituti attrezzassero i refettori per garantire la libertà di scelta nel pranzo.

Oltre che nel capoluogo piemontese, dove un gruppo di genitori ha vinto la battaglia legale contro il ministero dell’istruzione, le scuole si stanno attrezzando anche a Genova, mentre a Milano si registra un interesse sempre più vivo. Del resto il M5S ha già presentato una mozione in Regione Lombardia e anche il Codacons è sceso in campo.

A spezzare il fronte del “no”, a Como, è una sola preside, Daniela De Fazio, dirigente scolastica dell’istituto comprensivo di Rebbio. «Io sono favorevolissima al pranzo portato da casa. Del resto sono i genitori a sapere cosa amano i loro figli, se hanno esigenze, gusti particolari. Il cestino è più logico e funzionale. Se le famiglie lo volessero, io sarei sempre disponibile».

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