Scuole, solo dubbi
a 15 giorni dal via
Bus e orari: è caos

Si attendono le regole sulla capienza dei mezzi. Superiori, 9mila iscritti: la città è pronta a gestire i flussi?

Passano i giorni, aumentano le preoccupazioni dei genitori e continuano a mancare le certezze. Non è bastata un’estate per risolvere il problema dei trasporti: a circa due settimane dall’inizio delle lezioni, ancora non si sa quanti studenti comaschi potranno salire sul bus.

E, di conseguenza, non è possibile fare una stima di quanti riusciranno ad arrivare a scuola. I presidi degli istituti lariani, dal canto loro, hanno ipotizzato soluzioni per la ripartenza, in molti casi aspettando la settimana prossima, dopo i consigli d’istituto, per scegliere la strada finale, sempre sperando di ricevere una risposta definitiva sul tema. Al momento, le famiglie ancora non hanno la certezza se i propri figli andranno a lezione tutti i giorni, dovranno seguirle da casa, entreranno due ore dopo o usciranno prima.

Rebus ingressi

In generale, per gli istituti comprensivi, si lavora per rientrare in presenza con uno scaglionamento degli orari, sfruttando tutti gli ingressi. Per esempio, alla Parini le prime entreranno alle 8, le seconde alle 7.55 e le terze alle 7.50. Alla Foscolo, invece, alle 7.30 entreranno a scuola le sezioni collocate al primo piano, mentre quelle del piano terra accederanno mezz’ora dopo. Le quattro classi del terzo piano arriveranno alle 8.25 e usciranno alle 13.25 da lunedì a venerdì. Il sabato, invece, andranno a lezione dalle 8 alle 13.

Le superiori (9mila iscritti in città) pur avendo in buona sostanza gli spazi sufficienti per accogliere tutti, si stanno arrendendo all’idea che, in classe, ne arriverà solo una parte. Di conseguenza, almeno per i primi due mesi si stanno ormai orientando per ricorrere a una buona dose di didattica a distanza, eccezion fatta per le classi prime, le quali andranno in presenza.

Al Setificio, per esempio, sono due le ipotesi in campo: la prima prevede due fasce d’ingresso, alle otto e alle nove. La seconda idea, invece, prevede l’accesso di tutti alle otto, magari con uno scaglionamento ridotto per classi, sfruttando i diversi accessi presenti al Carcano (potrebbero essere fino a cinque). Però, il modello vedrebbe due studenti su tre in classe, mentre le ultime dichiarazioni fatte dal presidente della Provincia Bongiasca e dell’Agenzia del Tpl Colzani suggeriscono di predisporre la didattica a distanza per il cinquanta per cento degli alunni. Se venisse confermata la percentuale, anche la speranza della Magistri di radunare in aula il settanta per cento dei propri ragazzi verrebbe ridimensionata.

In 5mila a terra

Peraltro, anche se venisse riconfermata l’ordinanza lombarda, quella che consente di occupare sui bus tutti i posti a sedere e la metà di quelli in piedi, resterebbero a terra circa cinquemila persone. Se la capienza tornasse al cento per cento, non si riuscirebbe comunque a portare tutti gli alunni in aula, perché prima i ragazzi viaggiavano pigiati come sardine, con una percentuale di occupazione ben al di sopra del cento per cento.

Da non sottovalutare il rischio assembramenti, specie nella zona fra via Carducci, via Cantù e via Italia libera, dove in 350 metri potrebbero ritrovarsi attorno alle 8 circa tremila studenti fra Caio Plinio, Ciceri e Volta, cui potrebbero andare ad aggiungersi quelli di Cias e Canossiane.

Anche in questo caso, le tre “statali” opteranno molto probabilmente per lo scaglionamento. Il Volta, per esempio, ha organizzato le lezioni su cinque giorni. Si accederà a scuola dalle 7.45 alle 8.05 da tre punti separati: via Cesare Cantù, via Carducci 4 e via Carducci 6.

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