«Sei grassa e brutta: devi dimagrire»
Mamma sotto accusa per maltrattamenti

Cinquantenne comasca accusata di aver impedito alla figlia di mangiare

Como

Lei, la madre, sostiene che non è vero nulla. Lui, il padre, di fatto difende la moglie. Ma ad accusare la donna ci sono le parole della figlia minorenne (congelate anche nel corso di un incidente probatorio) e le fotografie della giovane scattate dalla zia (medico) della ragazza. Si preannuncia combattuta l’udienza preliminare, fissata al prossimo mese di ottobre, a carico di una cinquantenne comasca (di cui omettiamo l’identità a tutela della figlia) accusata dalla Procura di maltrattamenti.

Secondo la contestazione della magistratura, la donna avrebbe costretto la figlia a un regime alimentare rigidissimo per evitare che ingrassasse eccessivamente (e che superasse, sostiene l’accusa, i 47 chili).

L’inchiesta ha inizio nell’autunno del 2018. A muovere la Procura era stata la zia della ragazza (all’epoca quindicenne) che aveva messo nero su bianco il disagio che la giovane sarebbe stata costretta a vivere tutti i giorni, a causa degli atteggiamenti della madre, ossessionata dal peso della figlia. La zia produce fotografie, racconti, circostanze e anche file audio nei quali si sentirebbe la madre della ragazza lamentarsi con la figlia del suo peso («Sei brutta, devi dimagrire». «Ma non ti vedi che sei grassa?». «Se non ti pesi sulla bilancia è perché sai che hai mangiato» alcune delle frasi contestate alla donna).

L’inchiesta

Il 22 ottobre la procura decide di intervenire urgentemente: chiede e ottiene dal giudice l’allontanamento della madre dal nucleo familiare. Nel frattempo intervengono i servizi sociali. Nel marzo successivo la ragazza viene sottoposto a incidente probatorio, ovvero a una sorta di anticipazione di una fase del processo, in questo caso proprio quello della testimonianza della presunta vittima dei maltrattamenti. Una testimonianza - resa alla presenza anche dell’avvocato della donna indagata - che, sostanzialmente, avrebbe in parte confermato le accuse ipotizzate fin dall’inizio e che avevano portato all’allontanamento della donna.

Dopo l’incidente probatorio, la madre aveva potuto far rientro in casa. E, da quanto emerso, le tensioni in famiglia per le questioni legate al cibo sarebbero rientrate.

La difesa

Ciononostante, dal canto suo, la donna ha sempre negato le accuse ipotizzate a suo carico. Ha negato sia di aver proibito alla figlia di mangiare sia di averle rivolto insulti e ingiurie legate all’alimentazione e al fisico della ragazza.

Una difesa che, da quanto emerso, troverebbe un appoggio anche da parte del marito, il quale avrebbe stemperato molto le contestazioni e alleggerito di parecchio il clima (vessatorio secondo l’accusa) che si respirava in famiglia.

Fatto sta che il pubblico ministero Massimo Astori, forte anche di ulteriori perizie fatte eseguire anche più recentemente, ha chiesto il processo per la cinquantenne comasca lasciando inalterate le accuse iniziali. Il caso approderà in udienza preliminare il prossimo ottobre, esattamente due anni dopo il provvedimento che ha allontanato da casa per sei mesi la donna.

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