Settimana corta in tutte le superiori? Risparmio di 200mila euro l’anno

Le stime della Provincia sugli effetti del provvedimento. Ma non tutti sono d’accordo: questionari alle famiglie

Como

Con la settimana corta le scuole superiori risparmierebbero 200mila euro all’anno. Può sembrare poco, ma per un ente a corto di risorse come la Provincia non sono cifre da sottovalutare.

Gli uffici provinciali del settore scolastico hanno fatto la stima su un singolo plesso, simulando la chiusura della scuola nella giornata di sabato con il relativo abbassamento dei caloriferi, moltiplicando poi per tutti giorni dell’anno e per i metri cubi per tutte le scuole superiori della città e della provincia. Se gli studenti comaschi facessero lezione solo dal lunedì al venerdì la bolletta a carico di Villa Saporiti, ente responsabile per l’istruzione pubblica superiore, si abbasserebbe di circa 200mila euro ogni dodici mesi. È una stima che può variare a seconda della stagione e del clima ma i tecnici parlano di un margine d’errore limitato, il risparmio può variare da 180mila a 220mila euro.

«Io alla settimana corta sono da sempre favorevole – dice Bruno Tarantola, il dirigente che per la Provincia segue la partita della viabilità e dell’istruzione – ma non mi occupo di didattica, non sono un preside o un professore, gli studenti hanno le loro necessità. Però da un punto di vista organizzativo la settimana corta ha degli indubbi vantaggi, in termini economici per esempio sui riscaldamenti. Sui trasporti invece occorre fare ragionamenti diversi, mi sono confrontato con Asf. È vero che con la settimana corta i bus non circolerebbero più al sabato, ma le corse dovrebbero essere potenziate durante i pomeriggi settimanali. Comunque sia sarebbe bene se l’offerta formativa diventasse più omogenea».

Al momento fanno lezione dal lunedì al venerdì DaVinci-Ripamonti e Pessina, oltre a professionali come Cfp, Cias, private come Casnati, dall’anno prossimo vorrebbe aggregarsi anche il Caio Plinio. Queste scuole sommate corrispondono a poco meno della metà dell’utenza scolastica cittadina. In provincia, invece, ha già scelto la settimana corta il Sant’Elia. Nel Comasco le scuole superiori pubbliche sono 17, in totale plessi ed edifici sono una quarantina, in questo grado gli alunni comaschi sono 18.860, solo in città 9.976.

Tutti i presidi si sono riuniti in Provincia settimana scorsa per avviare un ragionamento per arrivare dal 2018-2019 alla settimana corta, famiglie e studenti verranno coinvolti con questionari e incontri.

Non mancano i contrari. Scuole come il liceo Volta temono un carico di lavoro settimanale troppo pesante per chi deve studiare sodo in maniera autonoma, la Magistri invece fa notare che l’aggiunta di ore al pomeriggio in settimana farebbe rincasare troppo tardi gli studenti residenti nell’Alto lago e in Brianza. Servono trasporti efficienti, ma anche servizi essenziali come refettori e bar per la pausa pranzo.

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