Sicurezza “fai da te”: a Como controllo di vicinato per 500 famiglie

Volontari attivi in otto quartieri con segnalazioni istantanee attraverso lo smartphone. A Rebbio il gruppo più numeroso, Albate l’ultimo nato

Controllo del vicinato: a Como ci sono 500 famiglie attivi in otto quartieri. In provincia sono 2.983 divise in 98 gruppi Whatsapp tengono d’occhio ladri e malintenzionati in 30 diversi Comuni. Negli ultimi anni l’emergenza furti, o meglio la percezione di essere bersagliati dai ladri, ha spinto sempre più comaschi ad aderire alle reti di controllo del vicinato. In sostanza dei gruppi di messaggistica istantanea che segnalano movimenti sospetti e incursioni ed avvertono in tempo reale le forze dell’ordine.

In città i quartieri dove esistono queste reti sono Rebbio, il gruppo più storico e numeroso con circa 80 volontari, Camnago Volta, Garzola, Tavernola, uno degli ultimi controlli di vicinato è sorto ad Albate. È ben radicata la presenza di volontari nella zona Nord, a Monte Olimpino, Sagnino e Ponte Chiasso, dove risiede la coordinatrice comunale del progetto Mariarita Berti. I coordinatori, referenti di zona, nel capoluogo sono in tutto 15.

Risultano invece scoperte Lora, Prestino, Breccia, Camerlata, Como centro nella zona del lago e della città murata, Civiglio e i quartieri Borghi e Borgovico. La presenza del controllo del vicinato in provincia è davvero massiccia. A livello nazionale infatti sono 420 i Comuni che hanno una rete attiva di volontari, con 2.100 gruppi per 63.500 famiglie iscritte. Da solo il territorio comasco conta 30 Comuni con 98 gruppi attivi per un totale di 2.983 famiglie coinvolte.

I primi esperimenti in provincia risalgono al 2009, a Como la presenza del “cdv” funziona dal 2016. «In città tre anni fa siamo stati i primi a formare un gruppo – racconta Stefano Lanna, membro delle forze dell’ordine e coordinatore del gruppo di Rebbio – siamo passati da 20 a 80 volontari. Ogni segnalazione è verificata e girata alla polizia e alla stazione dei carabinieri. Nessuno, sia chiaro, parla di ronde e di giustizia fai da te. Cerchiamo di notare ciò che nel quartiere non quadra. Di recente per esempio abbiamo fotografato delle persone che a loro volta fotografavano porte, finestre e numeri civici e che sono così state identificate dall’Arma. In via Grilloni abbiamo chiamato il 112 e abbiamo messo in fuga scendendo uniti in giardino un ladro che stava entrando nella casa di un’anziana. Anche nel condominio dove abito abbiamo scongiurato un furto».

Tra il settembre scorso e gennaio nel comasco sono stati registrati dalle forze dell’ordine 1302 furti, nello stesso periodo dell’anno precedente le visite dei ladri erano 1.529, -14,5%. Il dato è in continua discesa, - 28,8% in città, - 25,5% a Cantù, - 66% a Olgiate e - 50% a Mariano. Ecco perché l’assessore alla Sicurezza Elena Negretti parla di «importanza della percezione», la differenza tra la statistica e la paura vissuta dalle persone derubate e dai loro dirimpettai.

«Tutto parte dal presupposto che chi vive, chi abita davvero nei quartieri – spiega Alessandro Porro, referente provinciale del controllo del vicinato - ha il miglior controllo possibile dei volti, delle auto, dei rumori, di tutto ciò che accade. Negli ultimi mesi la partecipazione è molto cresciuta, in provincia ed anche in città. Facciamo sicurezza partecipata. Residenti e commercianti contribuiscono alla coesione sociale, cercando di fornire un ausilio alle forze dell’ordine e alle amministrazioni locali. Il modo più semplice per entrare in contatto con il controllo del vicinato è navigare sulla pagina Facebook o sul sito acdv.it, si verrà poi contattati dai vari coordinatori dei gruppi».

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