«Solo contanti, grazie». Sui taxi comaschi non si paga con il bancomat

La testimonianza di un utente: alla stazione dieci taxi e nessuno accettava carte di credito. L’associazione di categoria: non c’è obbligo

Se devi prendere un taxi a Como, assicurati di avere denaro contante nel portafoglio. Il rischio è quello di restare a piedi, come successo ieri mattina al signor Ugo Riggio, che alla stazione di San Giovanni non è riuscito a trovare un taxi che accettasse le carte di credito.

«Dovevo andare a Tavernola - racconta -, ho provato a chiedere a tutti i taxi in attesa, circa una decina, e non sono riuscito a trovarne nemmeno uno che mi permettesse di pagare con la carta». Un viaggio di poche decine di minuti - e dal costo di circa 15 euro - che si è trasformato in una odissea anche a causa della mancanza di servizi della stazione. «In tasca avevo solo pochi spiccioli - spiega -. Capendo che avrei potuto pagare il taxi solo in contanti avrei voluto prelevare, ma in tutta la stazione non c’è nemmeno uno sportello bancomat». Zero Atm zero contanti e, ovviamente, niente taxi. Unica soluzione, quindi, chiedere aiuto ai parenti.

«Mi sono fatto venire a prendere - aggiunge -. E però è vergognoso. Mi sono immedesimato nei turisti che ogni giorno raggiungono la città. Penso a come potrebbero risolvere una situazione del genere. Non ci facciamo un bella figura». Eppure trovare taxi che accettano i pagamenti elettronici non è impossibile nemmeno a Como come testimonia lo stesso utente, che solo pochi giorni fa aveva percorso senza problemi la stessa tratta. «In realtà l’ho fatta al contrario, e il costo della corsa era stato più alto perché chiaramente il taxi era partito e tornato dal centro città. E infatti oggi (ieri, ndr) un tassista mi ha chiaramente detto che se la corsa fosse stata più lunga e quindi più costosa avrei potuto pagare con la carta di credito».

Una situazione che a detta dello sfortunato utente penalizza la città, e alla quale si dovrebbe al più presto trovare un rimedio. «Piuttosto che facciano pagare un sovrapprezzo - conclude -. Però non accettare la carta di credito lo trovo assurdo, soprattutto perché nel resto del mondo ci si pagano anche i pacchetti di caramelle con la carta».

La mancanza di lettori Pos su tanti taxi cittadini è confermata anche dalla sede operativa di Taxi Como, dalla quale arrivano però alcune precisazioni importanti su ciò che prevede la legge e che spiegano il perché di una simile situazione.

«In Italia - spiegano i tassisti - non esiste alcun obbligo per i conducenti di taxi di avere il lettore per bancomat e carte di credito. È una scelta del singolo che deve essere messa chiaramente in evidenza tramite esposizione di una etichetta sui vetri dell’auto. Nello specifico noi abbiamo 45 taxi e solo una decina accettano le carte. Peraltro anche chi ha il Pos è obbligato ad accettare pagamenti con la carta soltanto sopra i 30 euro, al di sotto di questo limite può comunque rifiutarsi di accettare un pagamento elettronico».

Il perché è chiaramente legato ai costi. «Le banche pretendono il noleggio del Pos - aggiungono - il cui costo è pari, come minimo, a 10 euro più Iva ogni mese, una cifra a cui vanno sommati, per ogni operazione, i costi di transazione e quelli di commissione, che possono arrivare al 4,5%».

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