Stangata gas, a gennaio in bolletta +60%
La “pezza” del Governo non basterà

Il costo all’ingrosso per le aziende del settore passerà da 12,3 centesimi al metro cubo a 86 centesimi - Per cercare di contenere i rincari, il governo ha già stanziato 3,8 miliardi di euro

C’è un uragano in arrivo in provincia di Como e in Italia. Ci riferiamo ai rincari delle bollette, determinati dal rialzo mondiale delle materie prime che da gennaio investiranno anche la nostra Penisola.

Le cifre, soprattutto per il gas, sono impressionanti. Solo per il bimestre gennaio-febbraio 2022, rispetto a quello che sta per concludersi (novembre-dicembre) gli incrementi in bolletta potrebbero essere del 60% per gli utenti che non hanno “bloccato” le tariffe.

Detta così è già pesante, ma l’effetto cresce ancora se sostituiamo alla fredda percentuale una ipotesi reale, fatta su una famiglia tipo di tre o quattro persone, residenti nel Comasco, in un appartamento di 80 o 100 metri quadrati. In un bimestre come quello ipotizzato, cioè mesi invernali con il riscaldamento acceso, il consumo potrebbe arrivare ai 500 metri cubi di gas, per una bolletta (comprensiva degli oneri fissi che devono sempre essere conteggiati) da circa 450 euro. Bene, lo stesso consumo nel primo bimestre del 2022 salirebbe a 750 euro, con un incremento superiore al 60%. Cifre non a caso, ma conseguenti all’aumento del costo delle materie prime, in particolare proprio del gas. Qualche numero, anche in questo caso, può rendere l’idea sullo tsunami che sta per investirci, anzi che in parte ci ha già investito ma i cui effetti diventeranno rilevanti nei primi tre, quattro mesi del 2022.

Nel dicembre del 2020 il gas all’ingrosso – quindi senza alcun tipo di costo fisso che poi deve essere applicato - costava (alle aziende del settore, incolpevoli di quanto sta accadendo) 12,3 centesimi di euro per metro cubo. Ieri, ultima rilevazione possibile, il costo era di 48 centesimi a metro cubo, con un incremento del 289%.

Il primo gennaio 2022, lo stesso metro cubo di gas costerà 86 centesimi. Una mazzata che peserà sulle tasche degli italiani. E questo nonostante i 3,8 milioni di euro messi sul piatto dal Governo per cercare di attenuare gli effetti di questo uragano. Abbiamo chiesto un aiuto, per comprendere quanto sta avvenendo, a Giovanni Perrone , amministratore delegato di Acel Energia Enerxenia del gruppo Acsm Agam: «È in corso una tempesta perfetta indipendente dai gestori, indotta da uno scenario internazionale su cui non possiamo incidere – spiega – C’entrano i rapporti tra Russia, Cina, Stati Uniti, ma c’entrano ad esempio anche due reattori della Francia che sono oggi chiusi». Aggiungendo: «Il quadro è complicato, inutile fare previsioni a lungo termine, avrebbero la stessa attendibilità di una previsione meteo per la prossima estate. Di certo nell’immediato, ovvero per i primi mesi del 2022, la situazione sarà molto difficile e dovrebbe migliorare in primavera, anche per la contrazione dei consumi, ma solo a febbraio avremo certezza rispetto ai prezzi del semestre».

«Siamo impotenti anche noi, come i nostri clienti, rispetto a certe dinamiche: subiamo la situazione, noi non ci ricaviamo nulla di più – conclude – Quello che possiamo fare, come azienda del territorio, è prestare attenzione e contribuire a fornire informazioni per consumi più oculati e accorti. È una scelta di responsabilità».

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