Stazione, l’assalto al treno
dovuto a una notizia falsa

Tensione alle stelle ieri a San Giovanni, dove alcune decine di eritrei hanno tentato di salire sul treno. Qualcuno aveva detto loro che Berna aveva riaperto le frontiere.

Manganelli e speranza, ieri pomeriggio in stazione, dove per qualche minuto si è temuto il peggio. Alcune decine di migranti, soprattutto eritrei, hanno tentato di salire sui treni intercity diretti in Svizzera, dopo che nel corso della mattinata si era sparsa la voce che Berna avesse deciso di aprire le frontiere e di accogliere, finalmente, le loro domande di asilo.

Alcune decine di poliziotti e berretti verdi della guardia di finanza, tutti in assetto anti sommossa, sono stati dislocati a presidio dei convogli. Si è rischiato molto attorno alle 16, quando al binario uno, pronti a dare l’assalto a un treno diretto verso nord, si sono schierati un centinaio di richiedenti asilo, uomini soprattutto, ma anche tante giovani mamme e qualche bambino. Per evitare che l’operazione andasse in porto, le forze dell’ordine - con scudi, elmetti e manganelli - si sono schierate sulle scalinate dei sottopassaggi, impedendone fisicamente l’accesso, mentre sul binario uno veniva fatto appositamente fermare un altro convoglio, per evitare che qualcuno tentasse di attraversare in superficie.

L’operazione è andata in porto senza incidenti, anche se un manipolo di stranieri ha ugualmente tentato di farsi avanti. Il treno - quello delle 16 come i successivi - è ripartito senza che nessuno riuscisse a salirvi, se non i viaggiatori provvisti di biglietto.

«La voce secondo cui le autorità svizzere avrebbero aperto le frontiere è destituita di ogni fondamento», hanno più volte ripetuto nel corso del pomeriggio fonti della questura di Como, tentando soprattutto di spiegarlo ai tanti volontari cui i migranti di stanza a San Giovanni sembrano attribuire maggior credito di quanto non ne sia concesso non solo alle forze dell’ordine ma anche a Caritas e Croce rossa.

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