Stazione unica, siamo ai titoli di coda
La Svizzera conferma: non c’è progetto

Le Ferrovie federali stanziano 225 milioni di euro per potenziare lo scalo di Chiasso - Il nuovo piano delle opere del Canton Ticino esclude da qui al 2035 la riunificazione

Se non è una bocciatura definitiva, poco anzi pochissimo ci manca.

Il Governo di Berna - a due mesi dalle elezioni federali in cui il tema infrastrutture e trasporti è argomento particolarmente sentito e dibattuto - ha gettato ieri parecchia acqua sul fuoco circa la possibilità di realizzare la stazione unica Como-Chiasso.

Lo ha fatto rispondendo ad un’interpellanza di Roberta Pantani, vicesindaco leghista di Chiasso e in corsa per una riconferma tra i banchi del Consiglio nazionale. Il concetto di fondo, che lascia pochissimi margini ad eventuali ripensamenti (almeno) per parte svizzera, sta nel fatto che «nel processo di pianificazione che va fino al 2035, il Canton Ticino non ha presentato l’obiettivo di una stazione unica Chiasso-Como, ma addirittura, nell’ambito del suo “piano direttore”, a giugno 2018, ha abbandonato l’idea di una simile struttura».

Game over, insomma, anche se Berna - che di certo a due mesi dal voto non vuole andare allo strappo istituzionale con uno dei Cantoni che più spesso ha dato filo da torcere al Governo federale - precisa che le autorità comunali di Chiasso ben hanno fatto a perseguire questo obiettivo e che «la competenza in materia di infrastrutture ferroviarie è del Cantone», dunque del Governo di Bellinzona.

L’impressione - e qui si va dal vero deus ex machina della mobilità su rotaia nella vicina Confederazione ovvero le Ferrovie Federali Svizzere (le Ffs)- è che le Ferrovie federali abbiano deciso di muoversi in totale autonomia e, visti i tentennamenti sul futuro della stazione unica, abbiano deciso di pigiare sull’acceleratore, stanziando 245 milioni di franchi - circa 225 milioni di euro - per l’ampliamento di binari e marciapiedi della stazione di Chiasso.

Anche le Ferrovie Federali Svizzere, per inciso, hanno fatto sapere di non avere progetti nel cassetto dal titolo “stazione unica Chiasso-Como”. E in questo quadro non certo rassicurante per il futuro di uno dei poli ferroviari (almeno sulla carta) più importanti dei territori a cavallo del confine non poteva mancare una stoccata “alle difficoltà causate dai ritardi cronici dei treni transfrontalieri per l’esercizio e la stabilità dell’orario”. E si sa che oltreconfine la puntualità è tutto e non solo nei trasporti.

Ma certo per Como la situazione è tutt’altro che rosea, considerato che la scorsa settimana è stata annunciata con grande enfasi la data d’inaugurazione del tunnel ferroviario del Ceneri, destinato a collegare Vezia con Camorino ovvero Lugano con Bellinzona. Tunnel che sarà inaugurato il 12 dicembre 2020, completando così il percorso virtuoso iniziato il 1° giugno 2016 con l’inaugurazione della galleria di base del Gottardo, la più lunga al mondo con i suoi 57 chilometri. E anche ieri Berna ha posto l’accento sulla necessità di investimenti infrastrutturali oltreconfine, con Regione Lombardia e inevitabilmente Comune di Como coinvolti in prima persona.

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