Superiori, niente tracollo dopo la Dad: «Bocciati in linea con i dati del 2019»

Scuola Non superano l’anno in media il 5-7% degli studenti, ma tanti si sono ritirati - Aumentano invece i non ammessi per le troppe assenze: al Teresa Ciceri il 40% del totale

I risultati? In linea con quelli prima della pandemia.

Finiti gli scrutini, è tempo di bilanci nelle scuole superiori cittadine. Nonostante si temesse un tracollo, il numero di non ammessi è in linea con il 2019. Aumentano, invece, gli studenti con tante assenze.

Al Ciceri, i bocciati sono stati una settantina su 1250 alunni, vale a dire una percentuale bassa, vicina al 6%. Sul totale, il 40% non è stato ammesso causa anno scolastico non validato, senza cioè aver raggiunto il minimo di ore di presenza a scuola.

Alla Magistri, non hanno superato la classe in 89 su circa 1200 studenti, cioè poco sopra il 7%. Anche i debiti assegnati sono nella norma, con una percentuale, com’è normale, più alta per gli studenti del biennio (circa il 20%).

Al Setificio il dato dice una novantina su 1650 iscritti, il 5,5%. La cifra è più alta in prima: 46 alunni su 334, il 13,77%. «In generale – spiega il preside Roberto Peverelli – la percentuale è molto bassa. Credo sia un buon risultato, anche i giudizi sospesi non sono stati molti. Durante questi mesi, a scuola ci siamo detti più volte come potesse essere un anno complicato, alla luce della pandemia. Questi discorsi si sono tradotti in un’attenzione maggiore durante la valutazione».

Buoni risultati anche al Volta, con 26 bocciati: «Siamo molto soddisfatti – commenta il dirigente Angelo Valtorta – il tasso di bocciatura è come quello prima della pandemia, già basso a quei tempi. Gli studenti sono stati bravi e, al contempo, i professori hanno valutato con molta saggezza e tenendo conto della situazione. Non c’è stato nessun crollo post didattica a distanza». A questo proposito, specie dopo i risultati del primo quadrimestre si temeva un incremento dei debiti e dei non ammessi: «In realtà – ragiona Valtorta – se si mettono da parte i limiti alla socializzazione e allo stare in classe, la dad, nell’emergenza, ha fatto il suo dovere. L’insegnamento non è mai cessato e il diritto all’istruzione è sempre stato garantito. Ragazzi e insegnanti hanno continuato a fare il loro dovere in quei due anni».

Quest’anno, sono aumentati gli abbandoni o i ritiri da scuola. Non si tratta di numeri altissimi. Però, la sensazione, corroborata dai dati, è che sia aumentata la sofferenza personale da parte dei ragazzi. Fra le cause, comincia a farsi strada anche una componente psicologica, prima più silente, legata a doppio filo con gli strascichi lasciati dal Covid. Il fenomeno esiste da sempre ma, dopo due anni di pandemia e didattica a distanza, è in crescita.

«Guardando i numeri – commenta Gaetana Filosa, preside della Da Vinci Ripamonti – abbiamo avuto forse più bocciati lo scorso anno. A parte una classe, in cui sono subentrati anche i ragazzi dei percorsi professionali, non sono cresciuti i non ammessi. Dopo gli esiti del primo quadrimestre, abbiamo messo in campo strategie di recupero. Ecco, siamo in linea, non c’è stato nessun tracollo post dad». Anche all’istituto di via Belvedere sono incrementate le difficoltà nella frequenza delle lezioni: «Abbiamo registrato diverse assenze durante l’anno – conclude Filosa – e abbiamo ricevuto richieste per la didattica a distanza che non potevano essere accolte».

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