Tangenziale, otto anni fa l’apertura: primo lotto a pedaggio e nient’altro

Viabilità Era il 23 maggio del 2015 quando la prima macchina transitò da Villa Guardia a Como - Secondo tratto appeso a un filo. Dal territorio pressing sul ministro Salvini per trovare i fondi

Erano da poco passate le 16 del 23 maggio di otto anni fa quando le prime auto (storiche) iniziarono a transitare sul primo lotto della tangenziale di Como. Attesa da decenni, il territorio comasco cercò di guardare il positivo di quei 2,4 chilometri di autostrada che collegavano Villa Guardia ad Albate. La speranza, quel sabato pomeriggio, era di vedere muoversi qualcosa negli anni successivi, ma otto anni dopo la situazione è la stessa.

Anzi, se possibile è peggiorata poiché nel frattempo le altre tratte dell’autostrada Pedemontana sono andate e stanno andando avanti, mentre il completamento della tangenziale di Como ormai è di fatto fuori dal sistema pedemontano. Già nel 2015 l’allora governatore Roberto Maroni disse, a proposito del secondo lotto («stiamo lavorando») mentre nel primo mandato di Attilio Fontana il completamento della tangenziale è stato indicato tra le priorità regionali inviate ad Anas, ma la partita è molto complicata.

Il tratto tra Albate e Albese è stato “differito” nel 2009 dopo essere stato giudicato «troppo costoso» (circa 850 milioni di euro) e, da allora, non sono stati fatti sostanziali passi in avanti. La Regione, come detto, ha buttato la palla ad Anas trasformando il secondo lotto in una sorta di variante di collegamento a due strade statali (arriverebbe fino all’area industriale di Albavilla), ma non è stato definito nel dettaglio il tracciato e, questione non secondaria, servono circa 700 milioni per realizzarlo. In questo caso la strada sarebbe gratuita, ma il primo lotto andrebbe a quel punto “riscattato” da Pedemontana. In questo caso, però, si dovrebbe partire praticamente da zero in termini di consenso dei Comuni e progettuale. C’è infatti uno studio di pre fattibilità.

Ecco perché secondo molti il progetto da portare avanti dovrebbe essere quello originario (fino ad Albese), arrivato in uno stadio avanzato di progettazione (a quella definitiva) e su cui c’è già l’accordo di tutte le amministrazioni comunali interessate al passaggio della strada. Su questo tracciato, con l’obiettivo di risparmiare qualcosa, c’era anche l’opzione di realizzare una strada con le gallerie a una “canna” singola.

Il nodo, in ogni caso, è economico. Servono infatti non meno di 700 milioni di euro (ma la cifra potrebbe salire e sfiorare il miliardo).

A metà aprile il tavolo della competitività, che riunisce associazioni di categoria, rappresentanti politici locali, regionali e nazionali, ha provato a schiacciare nuovamente il piede sull’acceleratore con un documento inviato anche al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. Il tavolo ha confermato «come priorità del territorio comasco il completamento del secondo lotto della tangenziale di Como. Tale intervento prevede il rafforzamento dei collegamenti est-ovest dell’area lariana, migliorando l’intera viabilità provinciale».

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