Tanti auguri a Volta per i 271 anni
«Como sveglia, il mondo ce lo invidia»

Lo scienziato nacque il 18 febbraio 1745 nell’attuale via del centro a lui intitolata Casati: «È una carta che la città deve giocarsi». Lo scorso anno l’omaggio firmato Google

Como

Buon compleanno caro Alessandro Volta, ma qualcuno si è ricordato di fargli gli auguri? Il nostro più famoso concittadino, l’inventore della pila, ieri ha compiuto 271 anni, il 18 febbraio del 1745 nasceva nel palazzo di quella che oggi sia chiama non a caso via Volta. È una bella età, portata bene, anche se lo scienziato comasco, uno dei più grandi fisici italiani, sperava di ricevere qualche augurio in più.

«La mia speranza è che la città, che di recente ha avuto non pochi problemi, si unisca orgogliosamente attorno alle sue figure di riferimento – dice Giulio Casati, il fisico oggi più famoso di Como – a personaggi illustri come Alessandro Volta. Sono convinto che l’attenzione crescerà, nelle iniziative della Fondazione Volta, in un Festival della luce che punterà sempre più in alto, nella disponibilità dei privati ad investire sul Tempio Voltiano, con un premio della fisica dedicato a Volta che è diventato europeo e deve internazionalizzare il ricordo di questo scienziato. Volta è una carta importante che Como deve giocarsi».

Vero, ma girando per le scuole dell’obbligo, magari non quelle del centro storico, magari non quelle di via Volta, ma anche solo nella nostra più vicina provincia, ci si accorge che sono pochi i bambini che sanno chi è stato l’inventore del primo generatore elettrico. «Vero – ammette Casati - quando giro per il mondo mi diverto a chiedere ai giovani ricercatori di fisica stranieri se sanno che il volt, l’unità di misura, si chiama così proprio grazie ad Alessandro Volta. Quasi nessuno lo sa, la sua figura non è così conosciuta. Eppure penso al centenario della sua morte, il 1927, per la cerimonia arrivarono ben dodici scienziati che avevano ricevuto il premio Nobel, ma erano presenti anche altri otto colleghi che l’avrebbero ricevuto negli anni successivi».

«È una identità da coltivare – riflette Mauro Frangi, presidente della Fondazione Volta – è giusto, dobbiamo fare iniziative ed eventi, dobbiamo lavorare per valorizzare i luoghi voltiani, perché questa è una figura centrale per la città di Como. I maligni dicono che Volta è più noto lontano da Como e che noi non sappiamo sfruttare il suo potenziale. Speriamo non sia così, dobbiamo impegnarci affinché non sia così. Io ricordo con piacere l’anno scorso l’homepage di Google dedicata a Volta e alla pila, con miliardi di visite e di clic». Per le 271 candeline però gli auguri al nostro caro Alessandro Volta sono stati molti di meno.n 

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