Ticosa, ok della Provincia al parcheggio
«Area già certificata. Bonifica? Va fatta»

I lavori per realizzare 95 posti auto possono partire: «Quella zona è disponibile» - Resta il nodo amianto dopo la gara deserta: «La cella 3 deve essere ripulita secondo il piano»

Il flop della bonifica in Ticosa non avrà conseguenze sulla realizzazione del parcheggio da 95 posti auto che il Comune conta di realizzare tra via Sant’Abbondio e viale Roosevelt.

Il dubbio, che aveva messo in allerta gli uffici comunali, era che lo stop alla rimozione del materiale contenente amianto, ancora presente nella cosiddetta “cella 3” potesse fermare i lavori per il posteggio che sono ai blocchi di partenza, visto che l’appalto è appena stato assegnato a un’azienda di Seveso. Questo a causa della gara andata deserta il 27 gennaio scorso, dopo che la prima era stata annullata dal Comune in primavera.

A dire che il mini parcheggio si può fare è la responsabile del settore Ambiente dell’amministrazione provinciale Eva Cariboni che, sulla questione, spiega: «I mappali su cui insisterà il parcheggio sono già stati sottoposti a certificazione di avvenuta bonifica e questo rende l’area disponibile».

La superficie interessata dall’intervento è di circa 2.700 metri quadrati e, oltre allo spazio per le auto, verranno ricavati anche una quindicina di posti per le moto. Rispetto al progetto iniziale che prevedeva circa 75 posti auto, ne sono stati aggiunti altri in base a una disposizione diversa degli stalli di sosta. E il via libera di Villa Saporiti garantisce ora la possibilità di avviare subito il cantiere.

Diversa è, invece, la questione della “cella 3” e degli 8mila metri cubi di materiale (contenente amianto) da smaltire. Su questo la responsabile dell’Ambiente della Provincia è chiarissima: «La “cella 3” - precisa - va bonificata secondo il progetto di bonifica approvato in sede di conferenza dei servizi».

Qualsiasi strada o ipotesi diversa significherebbe quindi, per il Comune, dover predisporre un nuovo piano e sottoporlo nuovamente a tutti gli Enti (non solo Provincia, ma anche Ats e Arpa) per l’approvazione. Tempi lunghissimi, insomma.

Mercoledì sera in consiglio comunale il sindaco Mario Landriscina ha chiarito che il progetto messo a gara era «corretto, come confermato da Anac», ma che «in sede di sopralluogo, diversi operatori economici hanno evidenziato la difficoltà di reperire discariche per accogliere le ingente quantità di materiale previsto in smaltimento». Quelle italiane sarebbero sature e, quelle estere, accolgono con difficoltà quantitativi elevati di scavi.

Ma il vero problema, da quanto si sta delineando, è tutto economico. Lo stesso sindaco ha infatti spiegato che se il prezzario di Regione Lombardia del 2019 e quello della nuova gara del 2021 erano sovrapponibili, l’ultimo, aggiornato il 29 dicembre del 2021, e valido per il 2022, ha visto i costi schizzare verso l’alto.

«In particolare i soli costi di smaltimento - ha detto - da 164,60 euro a tonnellata sono passati a 349, 60 euro con un incremento di oltre il 113%». Questo proprio per il problema di reperire discariche. A questo punto, a meno di ripartire da zero con un nuovo piano (il sindaco, però, si è sempre detto convinto di voler ripulire completamente l’area), bisognerà comunque prevedere una revisione del progetto prima di poter indire una nuova gara. Questo significa che ci vorranno ancora almeno sei mesi prima di capire se sarà o meno la volta buona in una vicenda che, negli ultimi 15 anni, ha registrato continui colpi di scena. Tutti negativi, finora.

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