Treni, allarme violenza
Il capotreno: c’è paura

Ghibaudi (Cisl), al lavoro a San Giovanni: «Troppe aggressioni. Servono i tornelli e leggi severe»

«Il personale deve poter uscire di casa salutando i propri cari con la certezza di rivederli la sera». I ferrovieri sono preoccupati e chiedono interventi a tutela della sicurezza dopo i gravi episodi avvenuti negli ultimi tempi a bordo dei convogli in servizio sul territorio comasco.

Filippo Ghibaudi, della segreteria Fit Cisl, è capotreno a Como e denuncia: «La nostra provincia non è più un’isola felice. Bisogna abbandonare la politica del buonismo e iper garantismo, chi sbaglia deve pagare senza se e senza ma. In Svizzera riescono a far rispettare le regole perché ci sono leggi severe e prima di combinare qualcosa ci pensi due volte. Da noi invece si pensa sempre di farla franca e restare impuniti, il risultato è un aumento degli episodi di violenza».

Il capotreno racconta di averne viste «di tutti i colori in tanti anni di lavoro sui treni» ma conferma che «la situazione è peggiorata da qualche tempo» e «il treno ormai rischia di essere una terra di nessuno».

«Come soluzioni attuabili in tempi ragionevoli - chiude - sono favorevole all’installazione di tornelli nelle stazioni comasche. A Milano Centrale c’era una situazione di degrado incredibile, una città nella città, da quando hanno messo i tornelli che consentono l’ingresso solo a chi possiede il biglietto lo scenario è migliorato notevolmente. Sarebbe già un primo passo importante». n 
M. Sad.

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