Trenord, ferrovieri tutti in malattia
Ma i sindacati li difendono

Scoppia la polemica dopo i treni cancellati nel giorno del “ponte”

I rappresentanti dei lavoratori in coro: «Colpa delle mancate assunzioni»

«Mi sembra un comportamento vergognoso da parte dell’azienda. E poi ci interroghiamo quando ci sono le aggressioni ai capitreno. La verità è che mancano 130 macchinisti e 100 capitreno, altro che malattie improvvise del personale». A parlare è Giovanni Abimelech, segretario regionale Trasporti della Cisl, secondo il quale la colpa del clamoroso disservizio di lunedì, giornata di ponte, con la cancellazione di numerose corse non sarebbe tanto l’improvvisa malattia di dipendenti, quanto la carenza di personale. L’azienda in questione è Trenord.

Lunedì 30 aprile sulla direttrice 6, che collega Chiasso, Monza e Milano, si sono mossi in pochi perché sono stati cancellati numerosi treni e Trenord, interpellata da La Provincia, ha fatto sapere che «si è trattata d’improvvisa malattia del personale che doveva essere impiegato per quelle corse. Ci dispiace per il disagio causato ai viaggiatori».

«L’azienda non ha programmato in tempo utile le assunzioni - replica Abimelech - Ogni anno abbiamo tra le 60 e le 80 persone che vanno in pensione, ne assumono circa 100 ma siamo sempre a meno 100. Quanto alla presunta malattia, l’azienda ha il potere di controllo e anziché dire che si sono ammalati potrebbe dirci l’esito dei controlli. Ma la verità, ripeto, è la mancata programmazione nelle assunzioni». Prova ne è, secondo la Cisl, il recente richiamo da parte dell’Agenzia per la sicurezza delle ferrovie sul superamento del limite massimo di 250 ore di lavoro straordinario annuo (il riferimento è al 2016 ma nella relazione che risale ad ottobre 2017 l’Agenzia scrive «non c’è evidenza di analisi delle cause delle anomalie e di azioni correttive adottate atte ad evitarne la reiterazione»).

«Tutto questo si inserisce poi in un contesto di emergenza sul tema sicurezza - conclude Abimelech - Peccato che il tavolo di monitoraggio avviato in Prefettura con l’azienda e le istituzioni ad oggi risulti sospeso».

«Non ci siamo proprio - sbotta Giovanni Riccardi, segretario provinciale di Como della Filt-Cgil - Sanno bene che il punto sono le assunzioni. A giugno, tra l’altro, avremo una nuova sfilza di pensionamenti e saranno problemi seri». Problemi perché a fronte delle nuove assunzioni «non dobbiamo dimenticare - spiega Riccardi - che la formazione obbligatoria è lunga. Quindi o trovano personale già patentato e che comunque deve fare un periodo di affiancamento per conoscere le tratte, le fermate, i tempi, la segnaletica, oppure dobbiamo ricordarci che per un macchinista ci vogliono 191 giorni di formazione». 191 giorni a fronte di 220 giorni lavorativi, praticamente un anno. Quanto alla “improvvisa malattia” Riccardi sottolinea «possibile che si siano ammalati solo su quella direttrice? Mi sembra strano. Tanto più che sono ormai due mesi e passa che assistiamo a soppressioni continue di treni dappertutto».

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