Tumori al seno e al colon retto
Appello dei medici: non saltate i controlli

Il casoIn primavera strutture deserte per la paura. «Ora percorsi sicuri, e gli screening sono importanti. Il ritardo diagnostico incide sulla speranza di sopravvivenza»

Como

Curarsi è un dovere anche durante la pandemia. L’emergenza Covid non deve farci dimenticare tutte le altre patologie che, se trascurate, potrebbero comportare gravi problemi nei prossimi mesi e anni.

In primavera gli ospedali sono rimasti deserti per la paura, spesso fondata, del contagio, ma adesso abbiamo buone garanzie di poter effettuare screening e controlli in sicurezza.

«Sì, gli ospedali oggi hanno individuato dei percorsi “puliti” per garantire l’accesso in sicurezza alle persone che devono fare esami e visite – spiega il presidente dell’Ordine dei medici di Como Gianluigi Spata – Salvo i reparti che chiudono dedicandosi soltanto alla lotta del Covid, negli altri si continuano a fare controlli e indagini diagnostiche. Gli screening vanno avanti. Siamo più preparati rispetto alla primavera scorsa a gestire nonostante la pandemia i bisogni di cura dei pazienti. È bene ricordare che gli screening salvano tante vite umane ogni anno perché individuano precocemente malattie altrimenti mortali. E quindi è fondamentale che i pazienti cronici, in particolare gli oncologici, continuino a farsi seguire e a sottoporsi a queste indagini». Possiamo allora andare con tranquillità in ospedale per i controlli periodici.

I due principali screening offerti gratuitamente tra i 50 e i 74 anni ai cittadini, ogni due anni, sono la mammografia e la ricerca del sangue occulto nelle feci.

«Gli screening oncologici sono fondamentali – dice Giovanni Scognamiglio, direttore dell’Oncologia del Valduce – la mammografia e la ricerca del sangue occulto hanno ridotto la mortalità del tumore al seno e al colon-retto, le neoplasie più frequenti in assoluto. La paura per la seconda ondata è comprensibile, ma dobbiamo continuare a curarci».

Fare prevenzione significa riuscire a diagnosticare subito una malattia per riuscire a curarla in tempo e aumentando quindi sensibilmente le possibilità di intervenire e curare. «Il ritardo diagnostico delle malattie tumorali incide sulla speranza di sopravvivenza», spiega l’oncologa comasca Clelia Casartelli. Anche i medici di famiglia della città ai loro assistiti suggeriscono di continuare a fare esami e screening e di non rinunciare ai controlli per la paura del Covid. «Certo che sì – dice Raffaella Petruni, medico di Como – gli screening e gli esami di routine si possono fare in assoluta sicurezza. A differenza di febbraio e marzo adesso siamo preparati. C’è un’attenzione quasi maniacale negli ospedali. Problemi di tipo cardiologico oppure oncologico rischiano altrimenti di progredire senza gli approfondimenti e i controlli necessari».

Anche perché con le lunghe liste d’attesa rinviare un esame significa rifarlo magari dopo un anno. 

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