Un’agendina piena di nomi, date e le cifre dello spaccio: ora la città trema

Spaccio in città La polizia ha sequestrato un quaderno con elementi utili all’inchiesta - Domani l’interrogatorio dei coniugi arrestati

Un quaderno pieno di nomi e di indirizzi. Di quantitativi e di pagamenti. Di viaggi e di appuntamenti. E poi, ovviamente, i telefono cellulari. Anche quelli pieni di numeri in agenda, di contatti, di messaggi. Potrebbe offrire nuovi spunti investigativi, l’inchiesta della squadra mobile di Como sul giro di cocaina tra gli insospettabili della città. Nelle mani dei poliziotti, infatti, è finita una sorta di agendina in cui la donna – che per il gip era comunque alle “dipendenze” del marito – appuntava i quantitativi trasportati e il corrispettivo pagato o da pagare. Viaggi continui che potevano portare a percorrere anche centinaia di chilometri tra Bolzano, Brescia, Asti, Vicenza, Piacenza, La Spezia, Savona, Trento sconfinando anche al centro con Firenze e Frosinone.

Pare che fosse proprio la Toscana la regione dove marito e moglie provvedevano all’approvvigionamento della polvere bianca che poi distribuivano in centro città e non solo. Questa, occorre dire ancora una volta, è la versione della procura, cui ora la difesa dei due coniugi potrà fornire una spiegazione per convincere il giudice. Inutile dire che l’esistenza di appunti e contatti telefonici contenenti anche i nomi degli acquirenti, sta causando fermento e preoccupazione in città

Così è nata l’inchiesta

È il primo di marzo 2021. Gli uomini della squadra mobile di Como sono appostati in viale Lecco. Hanno un indirizzo in mano, quello dell’appartamento intestato ad un marito e una moglie, Stilian Zabzuni (albanese, 53 anni, conosciuto in città come “Gentile”) e Monica Comi, italiana di 40 anni, con un punto d’appoggio anche in piazza San Rocco. La segnalazione parla di uno scambio di droga che tuttavia non avviene. Un falso allarme, insomma. Eppure la caccia alla “preda” prosegue.

La polizia decide di continua in quella osservazione, tenendo d’occhio gli strani movimenti, gli ingressi e le uscite troppo numerose attorno a quel numero civico. Alla fine il cerchio si chiude: la quarantenne viene vista uscire con un sacchetto in mano che ripone nel vano della ruota di scorta dell’auto, una Bmw. Si tratta di un chilo di cocaina, che all’ingrosso va dai 40 ai 50 mila euro. Anche se poi sul mercato la coppia la piazzava a 50 euro ogni mezzo grammo. Un quantitativo insomma non gestibile se non nell’ambito di una fiorente attività di spaccio.

È nata in questo modo l’indagine che ha abbracciato un lasso di tempo compreso tra marzo 2021 e lo stesso mese del 2022. Operazione che ha convinto il pubblico ministero Giuseppe Rose a chiedere una ordinanza di custodia cautelare in carcere (per marito e moglie) che è stata concessa dal giudice delle indagini preliminari Carlo Cecchetti. I coniugi sono stati portati nel carcere del Bassone e verranno interrogati nella giornata di domani. Di fronte al gip che ha firmato l’ordinanza potranno fornire – se vorranno – la loro versione di quanto viene contestato dalla procura. Oltre alle attività di spaccio in centro, numerosissime (come sono numerosissimi i clienti identificati), l’accusa contesta anche dei trasporti di ingenti quantitativi di cocaina verso gran parte del Nord Italia, in viaggi spesso molto lunghi con nell’auto quantitativi altrettanto importanti.

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