Università, l’ostacolo del numero chiuso
Como oasi felice: niente test d’ingresso

Tra Insubria e Politecnico solto due corsi non prevedono il libero accesso

Alla Statale di Milano 1700 studenti esclusi da lettere, filosofia e beni culturali

Mentre il numero chiuso blocca le facoltà umanistiche di Milano, a Como l’accesso all’università, salvo due eccezioni, resta libero. Ma se le matricole dovessero aumentare anche gli atenei comaschi farebbero ricorso ad uno sbarramento.

Alla Statale di Milano oltre 1700 studenti sono rimasti esclusi da lettere, filosofia, beni culturali, il numero chiuso è scattato da quest’anno, gli studenti hanno fatto ricorso contro la scelta dell’ateneo. A Como tra Insubria e Politecnico esiste un solo corso con i posti contingentati a livello ministeriale, è infermieristica, una laurea afferente alla sfera sanitaria. Come per medicina e chirurgia c’è il test d’ingresso nazionale, si terrà il 13 settembre, i posti sono 146, 73 a Como e 73 a Varese. All’Insubria invece mediazione linguistica e culturale ha i posti programmati a livello locale. Significa che per ragioni di spazio fisico e di fabbisogno di docenti l’università può accogliere al massimo 220 studenti, chi si iscrive prima conquista il banco. E così tutti i posti sono andati bruciati in un solo giorno, a luglio. Nel 2015, senza questo tetto, le matricole erano arriva a quota 460, troppe da gestire, non bastavano le sedie, l’Insubria avrebbe dovuto assumere più professori, ma le strette regole ministeriali vietano piani straordinari. Le altre lauree a Como non hanno vincoli, non ci sono numeri imposti a scienze del turismo, a giurisprudenza, tanto meno nei corsi scientifici di via Valleggio. Anzi, per incentivare questi studi l’Insubria non fa pagare la seconda rata agli iscritti a matematica e fisica, alla magistrale tasse ridotte per fisica, matematica, chimica e scienze ambientale. In Italia, è cosa nota, mancano gli scienziati, questi corsi garantiscono migliori speranze occupazionali, eppure le lauree umanistiche stanno tornando a livelli record.

Matematica e fisica a Como raccolgono poche decine di iscritti, discorso diverso per chimica. I chimici nell’ultimo lustro sono passati da una trentina ad oltre un centinaio, 130 matricole nel 2016. Se gli iscritti dovessero superare quota 200 i laboratori inizierebbero a diventare troppo frequentati. È presto per dirlo, l’Insubria chiude le iscrizioni il 30 settembre.

Si tengono in questi giorni i test preparatori del Politecnico. Per iscriversi a ingegneria informatica non ci sono numeri chiusi, si tratta di un esame per la valutazione delle conoscenze di base da fare online. Anche il Polo di Como però ha una sua capienza massima, 120 posti, questo è il numero che l’ateneo milanese ha assegnato alla nostra città.

«Per ipotesi se anche chimica dovesse avere troppi iscritti bisognerebbe mettere un tetto - riflette Michela Prest, docente di fisica dell’Insubria delegata all’orientamento - per ragioni di spazi, di affollamento nei laboratori. Ma poi ci sono dei vincoli da rispettare, nel rapporto tra studenti e docenti. Per mediazione per esempio a fronte di 450 matricole dovremmo assumere docenti, ma non possiamo. Inoltre i corsi di laurea devono pensare anche ai livelli occupazionali. Non credo abbiano senso grandi corsi con mille matricole che prendono appunti per terra o stanno in piedi. L’università funziona meglio con numeri piccoli».

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