Usura: caccia al tesoro degli arrestati
Ville, cambiali e case in Costa Azzurra

I finanzieri nelle perquisizioni trovano anche i libri mastri dei prestiti concessi

C’è chi ha una dimora vista lago che fa concorrenza (e a volte anche ombra, tanto è vicina) alla villa Oleandra di Clooney, oltre a numerose proprietà immobiliari intestate un po’ a tutta la famiglia e pure una casa in Costa Azzurra. C’è chi, invece, nella propria abitazione conservava gelosamente una scatola con all’interno qualcosa come 800 cambiali. C’è inoltre chi, partito come pizzaiolo, si ritrova proprietario di numerosi immobili che ospitano ristoranti e pizzerie del centro di Como. Sono tre storie di successi patrimoniali non indifferenti, quelle che stanno ricostruendo i finanzieri che indagano sui presunti usurai arrestati la scorsa settimana. E, nonostante ciò, una storia che non troverebbe riscontri nelle dichiarazioni dei redditi e nei rapporti con il fisco.

Le perquisizioni

La Procura di Como e i finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria stanno cercando di dare la caccia ai tesori nascosti (sempre che ce ne siano, beninteso) di Gabro Panfili, 74 anni, già condannato per usura sette anni or sono, di Giovanni Gregorio, 82 anni e una fortuna economica che lui lega a una vita trascorsa a impastar pizze in Germania, e di Paolo Barrasso, 58 anni. Si cerca di comprendere il loro patrimonio e ricostruire come e in che modo sia stato costruito nel corso del tempo.

Nel frattempo le perquisizioni domiciliari di lunedì scorso, quando i finanzieri hanno bussato alla porta dei tre per notificare a tutti quanti un’ordinanza di custodia cautelare, sembra abbiano dato in molti casi esito positivo. Le fiamme gialle hanno infatti trovato centinaia e centinaia di cambiali, conservate in cambio (evidentemente) di prestiti di denaro (a tasso d’usura, si sospetta). E ancora: in almeno due casi sono stati trovati i libri mastri dei “finanziamenti” concessi a numerosi privati. Gli indagati, infatti, avrebbero avuto l’abitudine di segnarsi ogni cosa, anche se hanno ovviamente preso minime precauzioni per evitare di essere troppo plateali nei propri appunti. Ma, incrociando registri, libri mastri, cambiali e assegni, gli investigatori contano di risalire a tutta una serie di clienti finora rimasti sconosciuti.

Ma tra le carte sarebbero spuntati anche elementi utili a ricostruire le ricchezze dei tre indagati. E così si è scoperto che Gabro Panfili, oltre a tutte le proprietà immobiliari che si era fatto intestare dai “clienti” a cui aveva prestato i soldi e oltre alla sua villa di Laglio, sia proprietario pure di una casa in Costa Azzurra. Mentre Gregorio risulterebbe proprietario di numerosi immobili a Como occupati da pizzerie e ristoranti, da cui lui incassa l’affitto.

Le difese

Nel fine settimana i difensori degli indagati hanno sfogliato l’incredibile mole di documenti raccolti dalla Procura e dalle fiamme gialle nel corso dell’inchiesta. In attesa di conoscere la strategia difensiva, è chiaro che il grosso della battaglia legale sarà giocato sul tasso di interesse praticato per i prestiti, nel tentativo di dimostrare che si tratta di un tasso che non supera i limiti di quello usuraio. L’inchiesta sembra ancora lunga.

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