Val Mulini, via il campo
Migranti trasferiti
al Cardinal Ferrari

Servizi igienici e acqua calda in via Sirtori. In tutto si tratta di 42 stranieri, una sola ragazza

Si sono concluse le operazioni di trasferimento dei migranti che da mesi - almeno dalla scorsa estate - si erano sistemati al piano terra dell’autosilo di via Val Mulini, dove alcune settimane or sono era stata allestita anche una piccola tendopoli, per iniziativa dei volontari che li assistono, per fare fronte all’abbassamento delle temperature.

Con buona pace di tutti, l’ordine è stato ripristinato, e gli stranieri, in tutto 42, sono stati alloggiati nelle tende riscaldate, allestite nel chiostro del Cardinal Ferrari. Si tratta, lo ricordiamo, di migranti che hanno presentato regolare richiesta d’asilo e che, in qualche caso, dispongono già anche di un permesso di soggiorno, ma che essendosi allontanati per un periodo superiore alle 72 ore dai centri di raccolta , avevano perduto il diritto all’accoglienza. Tutti giovani, tutti maschi (e maggiorenni, ché diversamente sarebbero stati trasferiti al centro di via Regina Teodolinda, dove si dà alloggio ai minori), con la sola eccezione di una ragazza, che l’altroieri i volontari hanno accompagnato proprio in via Regina.

Servizi e acqua calda

«È andato tutto bene - commenta Roberto Bernasconi, direttore della Caritas, reduce, al pari di molti altri operatori e volontari della rete di accoglienza,dalla manifestazione organizzata ai giardini a lago - E d’altra parte non avevo dubbi che i ragazzi avrebbero accettato di buon grado il trasferimento. Da noi avranno non solo un letto ma anche servizi e acqua calda, che non è poco con le temperature di questi giorni».

Gli altri senzatetto

Accanto ai 42 ospiti trasferiti da via Valmulini, al Cardinal Ferrari hanno iniziato ad affluire gli altri senza tetto della città, che usufruiscono del servizio “Emergenza freddo”.

«Sarebbe bello che l’atmosfera di questi giorni - aggiunge ancora il direttore della Caritas, con riferimento non solo al Natale ma al clima creatosi alla manifestazione - aiutasse tutti i comaschi a prestare qualche attenzione in più a questo fenomeno. Mi piace citare di nuovo la lettera di don Mazzolari, che richiamava alla responsabilità di ciascuno: se tutti noi facessimo fino in fondo il nostro dovere, anziché delegare ad altri, tanti problemi, ivi compresi quelli di questi ragazzi, si risolverebbero molto più facilmente».
R. Cro.

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