Veterinario pagato per non lavorare
Condannati i vertici dell’Ats Insubria

Dirigente a capo per tre anni di una struttura considerata una «scatola vuota». Il giudice: fu demansionato

Costretto a dirigere «una scatola vuota» creata apposta per lui e «lasciato inattivo e isolato» per tre anni. Il giudice di Como ha condannato l’Ats Insubria (l’ex Asl di Como) a pagare poco meno di 40mila euro al suo dirigente veterinario. Secondo il giudice i vertici dell’ex Azienda Sanitaria Locale comasca a iniziare dal febbraio 2012 hanno demansionato il dirigente, causandogli un danno professionale ed esistenziale.

A presentare la denuncia contro l’Ats Insubria è stato l’avvocato Giuseppe Gallo. Secondo la ricostruzione del legale, il veterinario fino a tutto il 2011 era stato direttore del distretto socio-sanitario di Como, una struttura nella quale operavano un’ottantina di dipendenti. Dall’anno successivo il direttore generale Roberto Bollina ha deciso di assegnargli una nuova struttura priva di personale «creata appositamente per lui», e di trasferire il dirigente da via Stazzi a via Pessina «in un ufficio isolato».

Il motivo di questo demansionamento non è dato a sapersi. O, meglio, non è stato accertato dalla causa. Di certo - secondo il giudice - il dirigente per tre anni è stato messo a capo di una struttura di «nuova creazione» che, «al di là dei contenuti programmatici di difficile apprezzamento per i non addetti ai lavori, si è risolta in un’attività assai povera di contenuti (...) che rappresentava sostanzialmente una scatola vuota senza compiti operativi né di altro genere» che ha «isolato» il medico veterinario «rispetto ai colleghi» del suo Dipartimento.

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