Via Brambilla, un’altra palestra a pezzi
Viaggio tra muffa e locali allagati

Lo sport in città ha fame di spazi: palazzetti e piscine sono chiusi e quelle poche ancora aperte soffrono dei mali tipici dell’edilizia scolastica

Un’altra palestra groviera, scende acqua dal soffitto e gli spogliatoi sono verdi per la muffa. Lo sport in città ha fame di spazi: palazzetti e piscine sono chiusi e le scuole sempre più spesso non consentono l’utilizzo al di fuori delle lezioni a squadre esterne per ragioni di sicurezza. Quelle poche ancora aperte soffrono dei mali tipici dell’edilizia scolastica.

La scuola di via Brambilla ha in palestra grossi problemi legati alle infiltrazioni: già cinque anni fa i materassini si bagnavano e al centro del pavimento si formavano le pozzanghere. Adesso i guai riguardano gli spogliatoi, ormai non più usati dagli alunni che portano il cambio in classe. Le pareti sono piene di muffa, quelli femminili sono quasi impraticabili e fare la doccia per gli atleti esterni è un’avventura. Uno sgabuzzino laterale è chiuso perché mezzo allagato. L’impianto di illuminazione fa brutti scherzi: quasi una luce su due non funziona. Il Comune e l’istituto sono stati più volte informati dalle squadre, dagli allenatori di karate, ping pong, di pallavolo e anche dalle famiglie. La risposta è sempre la stessa: non ci sono soldi. Per altro bisognerebbe mettere mano anche ai giardini che sono diventati una selva tropicale e sono pure inaccessibili. «Sono saltate cinque lampade su dodici – dice Vincenzo Ugliano, allenatore della federazione tennistavolo – e vediamo a fatica la pallina. Gli spogliatoi sono verdi, i bambini non li usano, per noi grandi cambiarsi e fare una doccia è indecente».

«Noi quest’anno ci siamo trasferiti al Gallio – racconta Antonio Tusei, allenatore di pallavolo dell’oratorio Città murata - paghiamo di più, ma almeno la palestra è calda e asciutta. Per tanti anni in via Brambilla il Comune ci ha chiesto di essere virtuosi, facevamo noi manutenzioni e lavoretti. L’ente pubblico, invece, non ha mai fatto nemmeno le pulizie».

Tante piccole squadre di Como vivono la stessa situazione. La Fogazzaro ha tenuto chiusa la palestra per un problema all’illuminazione, quella di via Giussani è sbarrata per una riqualificazione più lunga del previsto, a Ponte Chiasso l’ingresso è ostruito da una pianta. Le scuole di Albate e del centro l’anno scorso avevano negato l’accesso agli atleti come fanno, del resto, quasi tutti gli istituti superiori cittadini, dal Caio Plinio al Giovio. La responsabilità legale è infatti dei presidi.

Il Comune sull’edilizia scolastica ha promesso impegno e ripete che il tema è una priorità. Il prossimo anno spenderà un ulteriore milione e mezzo di euro per fare fronte alle 34 segnalazioni inoltrate dall’Ats sui 52 plessi scolastici, avendo già speso per l’anno corrente 3 milioni di euro per interventi anche importanti, ad esempio sull’asilo Sant’Elia e in via Giussani. Certo nelle scuole di Prestino entra l’acqua, a Monte Olimpino l’ingresso sembra una grande vasca, cade la polvere sui banchi in via Fiume e alla Virgilio, la Parini è scrostata come via Briantea. Le squadre e le scuole litigano per l’uso degli spazi, sempre più carenti.

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