Viadotto, il progettista:
«I documenti li ha persi il Comune»

L’ira del consulente di Capsoni contro i periti del Tribunale.

Il consulente dell’ingegner Bruno Capsoni, progettista del viadotto dei Lavatoi, non ci sta a far passare il professionista per «irresponsabile» e nella risposta alla bozza di perizia sui guai del ponte, chiesta dal Tribunale, respinge le accuse e bolla il lavoro dei consulenti d’ufficio come «confuso» e «del tutto fuorviante» sullo stato dell’opera, ma anche sui lavori di ripristino necessari e sulle responsabilità.

Il primo passaggio delle repliche del consulente nominato da Capsoni (l’ingegnere milanese Mauro Eugenio Giuliani) viene dedicato all’accusa mossa dai periti del Tribunale secondo cui non esisterebbe il «progetto esecutivo in variante dell’opera nella sua nuova configurazione strutturale». Un’affermazione pesantissima, a cui il consulente di Capsoni risponde definendola «sconcertante e non suffragata da alcuna evidenza».

La questione, vale la pena ripeterlo, si riferisce all’assenza di documenti e atti essenziali dell’opera dal faldone recuperato in Comune. E proprio l’amministrazione, a detta della difesa di Capsoni, sarebbe responsabile. Il consulente parla infatti di «conservazione dei documenti completamente inadeguata da parte» di Palazzo Cernezzi. Di «gestione documentale del tutto confusionaria» con molti atti ritrovati solo grazie alla collaborazione dei progettisti chiamati in causa.

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