Viale Masia, contestati i paletti
«Un pericolo per moto e bici»

Fa discutere l’intervento del Comune nella zona teatro di incidenti. L’esperto: «Soluzione criticabile. Deve prevalere la sicurezza sull’estetica»

Il nuovo assetto di viale Masia, con la sostituzione dei new jersey con dei paletti sta facendo discutere. Diversi lettori hanno evidenziato il rischio di pericolosità, soprattutto per le moto, nonostante le modifiche siano nettamente migliori dal punto di vista estetico rispetto ai new jersey in plastica con i sacchetti di sabbia. A sostegno di chi solleva perplessità si schiera Carlo Sidoli, ingegnere e giornalista, ex direttore di “Quattroruote”: «Mi pare evidente - spiega - che la situazione va completamente rivista, trattandosi di una via a senso unico dove i “flussi si incrociano” nel senso che chi entra da destra (da Borgovico, ndr) spesso deve poi andare a sinistra e viceversa chi proviene da sinistra (lungolago, ndr) deve poi andare a destra. Situazione definibile da “sportellate”, aggravata in inverno dalla visibilità compromessa dal sole basso e frontale nel parabrezza».

Proprio per questa ragione e visti anche gli incidenti sulle strisce, anche mortali, il Comune ha più volte annunciato la sistemazione definitiva della zona nell’ambito della realizzazione della pista ciclabile: dopo diversi rinvii si parla ora della partenza del cantiere in autunno.

Il comandante della Polizia locale Donatello Ghezzo aveva predisposto un piano di spostamento in avanti del passaggio pedonale da realizzare subito, ma la proposta è stata bocciata (con tanto di annullamento dell’ordinanza che era già stata pubblicata all’albo pretorio con tanto di schema di intervento) poiché troppo costosa in quanto provvisoria e in conflitto con la soluzione definitiva. Era stata annunciata anche la posa, con la segnaletica orizzontale, del limite dei 30 chilometri orari lungo tutta la strada. L’esperto definire «criticabile la soluzione di piantare dei paletti metallici che risultano poco visibili a causa del sole, anche di giorno, in certe ore, e che rappresentano comunque un pericolo per il traffico ciclistico e motociclistico, sebbene abbiano la punta sormontata da una sfera». E chiude dicendo: «Prevale l’esigenza della “visibilità”, cioè della sicurezza, a costo di perdere in estetica. Il tutto sempre in attesa di una rivisitazione generale della viabilità locale».

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