Vietato il burqa, ecco i cartelli al Sant’Anna

Affissi all’ingresso dell’ospedale e in Pronto soccorso

Prima c’era, poi è sparito, ora è tornato. Un divieto a giorni alterni? Si potrebbe riassumere così quanto accaduto al Sant’Anna a proposito del divieto di ingresso a volto coperto in ospedali e uffici pubblici regionali.

Dal primo gennaio è entrato in vigore il provvedimento approvato dalla giunta del presidente Roberto Maroni relativo all’attuazione della normativa nazionale di pubblica sicurezza. In sostanza, con questo documento, la Regione ha messo per iscritto che è vietato entrare negli ospedali a «volto coperto» e quindi anche con burqa e altri tipi di velo. Una decisione presa dopo gli atti di terrorismo a Parigi per una maggiore tutela dei cittadini e che aveva suscitato polemiche.

Entro il 31 dicembre scorso le strutture lombarde interessate hanno dovuto adottare gli atti dirigenziali necessari all’attuazione. Ed ecco che l’ospedale cittadino, così come richiesto, ha provveduto all’affissione dei divieti sia all’ingresso principale che a quello del Pronto soccorso.

Ma dopo alcuni giorni, secondo quanto riportato da diversi cittadini, i cartelli sono stati spostati nell’atrio, peraltro con il divieto rivolto verso l’interno e quindi non visibile, come invece disposto dalla normativa. Non è chiaro se si sia trattato di uno scherzo o di una scelta voluta, fatto sta che, sia all’ingresso principale che al punto informazioni al piano terra, questa situazione avrebbe obbligato gli operatori stessi a intervenire in caso si fossero presentate delle persone con il volto coperto.

Alla confusione relativa all’affissione dei cartelli plastificati con bordo verde e che mostrano le tre tipologie di oscuramento del volto non consentite (con il testo tradotto in inglese, francese e arabo), si è aggiunto anche qualche maleducato che ha pensato bene di “pasticciare” gli avvisi.

Lunedì i divieti non erano più affissi, mentre nella giornata di ieri i cartelli erano ben visibili agli ingressi dell’ospedale e all’accettazione del triage del Pronto soccorso.

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