World Happiness Summit per la prima volta fuori dagli Usa sceglie di approdare a Como: «Essere felici? Si può imparare»

Convegno Una tre giorni all’insegna della felicità nel vero senso della parola, con un pubblico proveniente da 55 nazioni diverse ospiterà sul palco del Teatro Sociale i principali esperti internazionali della “scienza della felicità”

Como capitale della felicità: è davvero possibile? Sembra difficile pensarlo per noi che viviamo la c ittà ogni giorno e ne conosciamo le bellezze tanto quanto i lati oscuri. Diverso invece è per chi arriva da molto lontano e vede il capoluogo lariano con occhi nuovi. Forse, come l’ha definito Alberto Nobis, ceo di Dhl e principale sponsor di questa edizione comasca del World Happiness Summit, più che una realtà l’idea di Como capitale della felicità è un sogno, ma sui sogni si può lavorare perché diventino qualcosa di più tangibile.

Il sogno di Como capitale della felicità. Video di Martina Toppi

La felicità è l’argomento principe della tre giorni di summit - per la prima volta fuori dagli Stati Uniti - che si sta tenendo oggi, domani e domenica presso il Teatro Sociale di Como e in diversi luoghi della città: bar, ristoranti, librerie, ville e punti storici. A parlarne nel corso delle numerose conferenze saranno i principali esperti globali di felicità e benessere. Economisti, psicologi, scrittori e ricercatori che dedicano la loro professione come funziona qualcosa di così semplice e allo stesso tempo complesso come la felicità. È “connection” (connessione) la parola chiave di questi incontri destinati in particolare a un pubblico di affezionati al Summit, formato da persone che provengono da ben 55 nazioni diverse e che sono tutte accomunate da un unico obiettivo: trovare strategie per riempire la vita quotidiana di positività.

«Sono molto contento di aver richiamato in Italia un evento così importante che in Italia non era mai stato - ha spiegato ai nostri microfoni Alberto Nobis - tutti speravamo che dopo le esperienze terribili del Covid le coscienze fossero aperte a esplorare esperienze più avanzate di organizzazione e allocazione delle risorse, ma temo che l’opportunità si sia diluita e vada riportata alla ribalta. Dobbiamo ricordarci perché negli ultimi anni siamo stati così tristi e provare a cambiare ciò che ci ha fatto sentire così».

Il Summit noto ai suoi affezionati con la sigla WOHASU, che in questi tre giorni troneggerà sul palco del Teatro Sociale, è nato grazie a un’idea di Karen Guggenheim, che è arrivata alla conclusione che esiste la possibilità di imparare a essere felici dopo aver personalmente affrontato la dura esperienza della morte del marito. «Possiamo apprendere la felicità, non è semplicemente qualcosa che ci capita, ma qualcosa da costruire e spero che durante questi incontri e grazie a queste conferenze potrete imparare anche voi qualcosa di nuovo» ha detto oggi sul palco del Sociale. Lo stesso palco su cui si sono poi stretti la mano Guggenheim, Nobis e Rapinese.

«Tutto bene? È stato questo il mio commento quando Karen Guggenheim mi ha proposto di realizzare proprio a Como il World Happiness Summit. Ne sei sicura? Ho chiesto a Karen - ironizza il sindaco Rapinese, invitato a intervenire sul palco del Summit per ben due volte nel giro di un paio d’ore - Non vi chiederò però se siete felici oggi, ma vi chiederò se siete felici di essere qui a Como: lo siete?». La risposta del pubblico internazionale alle domande del sindaco è un fragoroso applauso, confermato nel corso del primo pomeriggio di Summit dai numerosi riferimenti dei conferenzieri alla città di Como e alle sue bellezze, naturali e storiche. Quando ho pensato a questo festival mi sono reso conto di una cosa: siamo tutti cittadini di democrazie, abbiamo di che mangiare ogni giorno, abbiamo tutti dottori che ci aiutano a stare bene, abbiamo macchine e soldi, alcuni di noi persino diamanti eppure siamo infelici.Sono giunto alla conclusione che non importa quanto hai, ma come guardi alla vita, come pensi».

La felicità e Como sono legate, secondo quanto ha detto ieri Nobis ai nostri microfoni, proprio dalla caratteristica che ha spinto le persone ad accorrere da più parti del mondo alla nostra città: il desiderio.

«Como ha il profilo adatto per ospitare questo summit perché è un sogno: attira l’attenzione delle persone, crea connessioni. Le connessioni e il modo in cui l’uomo impronta le proprie decisioni sono temi su cui è importante riflettere. Tessiamo rapporti tra di noi, ma ci sono strategie che permettono di migliorare questi rapporti ed è fondamentale che più persone possibili le conoscano per imparare delle modalità di gestione delle relazioni che tengano conto sempre degli altri». Anche per questo motivo proprio oggi sul palco del Sociale Guggenheim, Nobis e Rapinese hanno firmato il “Como wellbeing manifesto”, un manifesto del benessere e della felicità consultabile cliccando su questo link.

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