Zero lutti in 15 giorni
e contagi ai minimi
Niente effetto scuola

Dal primo luglio, si contano 11 vittime del virus - Si abbassa la curva di incidenza ogni 100mila abitanti - La settimana tra l’8 e il 14 marzo il picco con 348 casi

Da 15 giorni in provincia di Como non si registrano decessi Covid.

I contagi restano molto bassi e la copertura vaccinale fa ben sperare.

In provincia, l’ultima vittima si è registrata domenica 12 settembre, dal primo di settembre a oggi sono due i decessi Covid.

Dal primo luglio, quindi negli ultimi tre mesi, si contano stati 11 lutti attribuibili al virus. Nel mese di giugno, sono stati 17 i decessi. Ma l’inizio della stagione estiva ha rappresentato anche un momento di passaggio, con un calo di tutti gli indici relativi alla pandemia.

Prima, come noto, l’impatto del Covid era stato molto più drammatico: sono 2.301 le vittime dal 2020. È vero che la risalita della seconda ondata, dopo la poco responsabile quiete della scorsa estate, si era abbattuta con violenza in tutta fretta, con un picco di contagi a inizio ottobre 2020 e gli ospedali affollati a inizio novembre, non prima.

Per il momento però ricoveri e tracciamenti sono sotto controllo. Quest’anno non si è verificato il fenomeno dei contagi dal rientro delle vacanze, come non sembra fare da volano la riapertura delle scuole, che l’anno scorso era stata indicata come uno dei principali fattori del ritorno della pandemia. Da mesi tutte le autorità rassicurano circa la sicurezza degli ambienti scolastici.

Guardando all’andamento dei contagi l’incidenza ogni 100mila abitanti a gennaio era molto alta, sempre sopra quota 150 con un picco pari a 234 nella settimana tra il 4 e il 10 gennaio.

Dopo una prima discesa, la curva ha poi puntato verso l’alto dalla fine di febbraio, raggiungendo il dato massimo di 348 casi ogni 100mila abitanti, nella settimana dall’8 al 14 marzo. Poi è iniziata la discesa, con i minimi storici toccati a giugno, quando si sono contati sei, cinque casi ogni 100mila abitanti.

A luglio c’è sì stata una ripresa, ma con dati bassissimi: 46 contagi massimi settimanali ogni 100mila abitanti). Adesso la curva scende ancora, nel settimana conclusa domenica nel Comasco sono stati tracciati 24 casi, sempre in relazione alla popolazione residente.

Quest’anno, peraltro, rispetto al settembre 2020 c’è un indubbio vantaggio: la campagna vaccinale.

Il primo freno al virus è certo il vaccino. Non si è lontani da una copertura pari al 90% sulla popolazione oltre i 12 anni. Nel Comasco si potrebbero riuscire a coprire i pochi punti percentuali che rimangono con l’avvicinarsi del 15 di ottobre, giorno in cui scatta l’obbligo del Green pass sui luoghi di lavoro.

Il 90% è considerato dalle autorità sanitarie un obiettivo ottimale, una sorta di soglia di sicurezza. Ma attenzione: secondo gli esperti non ha senso parlare di immunità di gregge, perché il virus ormai ha imparato a circolare troppo velocemente.

Però un’eventuale recrudescenza della pandemia, ripetono ormai da tempo virologi e infettivologi, una nuova e impazzita corsa del virus alla ricerca di persone da infettare così da continuare a proliferare, colpirà soprattutto i non vaccinati.

Sebbene una quota minoritaria di contagi riguardi anche le persone immunizzate, che comunque rischiano meno di contrarre una forma gravi di malattia.

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