Il monito di Cossiga:
"Silvio non ha eredi"

Il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, riflette sul futuro di Berlusconi e del "berlusconismo", a margine della presentazione del suo libro "La versione di K" (Rizzoli), in un'intervista esclusiva a "La Provincia".

di Davide G. Bianchi


Berlusconi? Verrà ricordato "come un innovatore del modo di fare politica". Ma anche come un leader che non lascia eredi dietro di sè. Così Francesco Cossiga, ex presidente della Repubblica, si esprime sul presidente del Consiglio, rispondendo alle domande de "La Provincia" sul suo libro "La versione di K", edito da Rizzoli (pp. 208, 17 euro, in collaborazione con RaiEri). Berlusconi, dunque, resterà nella storia del nostro Paese "come un innovatore del modo di fare politica, che per questa stessa ragione non può lasciare eredi. Potrà avere successori transeunte alla Presidenza del Consiglio, ma non uomini che politicamente ne possano raccogliere il testimone. Ipotizziamo che per qualche ragione lui a un certo punto - poniamo nel corso di questa legislatura - non sia più attivo: innanzitutto si scanneranno per decidere chi deve andare a Palazzo Chigi, e direi che oggi la partita si giocherebbe fra Gianfranco Fini e Giulio Tremonti. Ma subito dopo comincerebbero i processi d’implosione del centro-destra: si avrebbe non solo lo scioglimento del Popolo delle Libertà, ma anche di Forza Italia, piena com’è di ex democristiani, socialisti, liberali. Da un lato, Alleanza Nazionale si ricostituirebbe perché, nel centro-destra (Lega a parte), è sempre stato l’unico partito ad avere un’identità, dall’altro molti uomini entrerebbero nell’UdC di Casini.

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