"Caro amico ti scrivo"
Firmato Garibaldi

Ecco cosa scriveva l'eroe "dei due mondi" durante il soggiorno a Fino Mornasco. Tra i temi: un ritratto, le future campagne per le nozze con Giuseppina Raimondi e altre curiosità...

di Giancarlo Montorfano

«Sono a letto per una ferita al ginocchio fattami con un cavallo che volendosi sbarazzare di me m’ha fatto battere contro un muro». Così scriveva Giuseppe Garibaldi in una lettera al fedelissimo Giacomo Antonini il 17 dicembre 1859. Non è che una delle testimonianze che intrecciano la storia dell'eroe dei "due mondi" al Comasco. Infatti la missiva - rinvenuta al Museo del Risorgimento di Milano - viene scritta a Fino Mornasco, la località in cui viveva la sua futura sposa, la nobildonna Giuseppina Raimondi, ripudiata il giorno delle nozze perché incinta di un altro uomo.
Di notevole interesse sono anche altre lettere che mostrano, come seppure a ritmo rallentato, Garibaldi continui a lavorare. L’11 dicembre aveva concordato con il pittore Eleuterio Pagliano l’incontro che poi avvenne a villa Raimondi, dove fu dipinto un celebre ritratto dal vero del condottiero: un altro scritto del 15 dicembre sottolinea il valore dell’artista.
Ancora il 17 dicembre scrive al Podestà di Milano, Marchese di Belgiojoso, per ringraziare del suo interesse verso i Cacciatori delle Alpi. Altre due lettere Garibaldi scrive da Fino, il 14 e il 16 gennaio del 1860. La prima è inviata al Prefetto di Como e raccomanda un giovane commilitone, Domenico Scalzolero; l’altra è molto importante, perché fa riferimento alle future campagne per l’Unità d’Italia: «Il Governatore Valerio è degno d’iniziare a Como una lotteria per la causa nazionale».

(Il testo dell'articolo è pubblicato su "La Provincia" dell'8 dicembre)

© RIPRODUZIONE RISERVATA