Lariowood quotato in Borsa
ma i comaschi non lo sanno

A quella delle location, Como e il suo lago sono gettonatissimi, ma manca una strategia imprenditoriale che li valorizzi in percorsi turistico-cinematografici

Lariowood quotata, ma non promossa a sufficienza dal suo stesso territorio, soprattutto fra gli stranieri. Bisognerebbe prendere esempio dalla Gran Bretagna o dall'Australia che hanno creato dei percorsi sulleorme di Harry Potter e de Il Signore degli Anelli. I turisti arrivano, chiedono agli uffici turistici di poter vedere i luoghi che hanno visto al cinema e, voilà, il percorso esiste davvero, la strategia commerciale è una macchina che funziona. Non sul Lario, dove tutto è naturalmente bello, ma non naturalmente pronto per i turisti del cinema. Tantissimi i set allestiti sul Lario nel corso dei decenni, nessun percorso o strategia di marketing e turistico per chi volesse venire a visitare quegli splendidi luoghi che ha visto in sala, anzi, il rischio di vedere posti più "brutti" di quelli del film. A denunciare questa carenza imprenditoriale è Michelangelo Messina, general manager della Borsa internazionale delle locations dove Lariowood è quotata? "Sì - risponde senza esitare Michelangelo Messina - perché in generale il cinema ama tornare sui luoghi che ha già utilizzato e se si pensa a un lago, per caratteristiche morfologiche non meno che per l’"effetto Clooney", che l’ha scelto, quello di Como può considerarsi tra le ideali mete cineturistiche italiane», anche se le potenzialità di un rilevante indotto aspettano ancora che «si formi la necessaria mentalità imprenditoriale, come quella che invece c’è all’estero».

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