Cultura e Spettacoli
Sabato 20 Febbraio 2010
Nella notte dei duetti
la star è solo Jennifer
La popstar e attrice Usa ha diviso il palco della quarta puntata dei Tokio Hotel. Nella notte la scelta del vincitore della categoria "Giovani".
Di giovani sacrificati e di anziane abbandonate, di comici che non fanno ridere e di non comiche che scatenano l'ilarità del tutto involontariamente. Del Festival di Sanremo alla penultima puntata andiamo parlando e ormai non si sa più da dove cominciare. Prendiamo uno spunto dall'anno scorso: avevano ragione gli Afterhours, "Il paese è reale", Emanuele Filiberto è tornato in gara e con lui e i suoi due valletti. Più il ct Marcello Lippi che crea un lungo momento di imbarazzo dilungandosi un comizio pro-Italia che la Clerici cerca di interrompere con poco successo. In pratica il suo intervento serve per invocare clemenza sul pezzo con echi calcistici e ciclistici (un ricordo di Franco Ballerini) così che il pezzo ha tutto quello che piace al pubblico medio: belcanto (il tenore), belle donne e sport. Anche il testo viene modificato in quel senso: basterà per la squalifica definitiva? Rientrato, ma non c'era da dubitarne, anche Valerio Scanu. In pratica il popolo di "Oggi", "Gente" e "Novella 2000" (e di tutti i rotocalchi che venerano le teste coronate vere o presunte) contro quello dei talent anche se la partecipazione del savoiardo a "Ballando sotto le stelle" rende un po' talent anche lui. La musica, ormai, non c'entra più. Di giovani, dicevamo, di quei poveri ragazzi della «Nuova generazione» mandati in onda tardissimo ed eliminati per due quinti di botto, nell'indifferenza generale. Ma se non interessano a nessuno, perché ostinarsi a proporre questa disfida dei poveracci? Piacciono la piccina Jessica Brando e la scafata Nina Zilli (che ha vinto anche il premio di Assomusica), meno i raccomandati di ferro Tony Maiello e Luca Marino, il vincitore viene comunicato quando anche i concorrenti hanno cambiato canale. Ma quella di ieri era la serata tutta giovane, allora vai con il dj Bob Sinclair che scatena l'immobilità nell'ingessatissimo pubblico dell'Ariston, i Tokio Hotel che hanno radunato il solito plotone di ragazzette fuori dal teatro. C'è Jennifer Lopez, con il suo celeberrimo fondoschiena, direttamente proporzionale al decolletté della Clerici che, nel “Quettion taim” di Costanzo ha confessato «Non so più come contenere il mio seno» (è successo veramente). Torniamo alla cronaca: questo Sanremo manca di comicità e in apertura, per ovviare a questo problema, è arrivato Jonny Groove, inintelligibile per la maggior parte dei suoi scambi con Anto che finge di scambiare per Lady Gaga. Tra i misfatti della sessantesima edizione non deve passare inosservato l'abbandono della signora Pizzi Adonilla - aetas sua 90 anni 90 - in mezzo al palcoscenico. L'anziana artista, circondata dalle luci e dagli applausi e parsa smarrita come una di quelle vecchiette che si perdono nei centri commerciali e non tornano più a casa. Solo quando ha intonato, perfettamente, "Vola colomba" è apparsa lucidissima, intonatissima, storica regina di Sanremo ma è sembrato un vero atto di crudeltà lasciarla lì per alcuni interminabili secondi. Nilla: non ci andare più da quelli! Intanto l'audience tiene anche se c'è da sottolineare che la terza serata non sembrava neppure il Festival ma una di quelle trasmissioni di revival dove si riascoltano pezzi vecchissimi ondeggiando e tenendosi le mani. Ieri, invece, è toccato ai dodici ancora in lizza reinventarsi.
Musicalmente, il momento più toccante per i nostalgici si è avuto quando Enrico Ruggeri ha riunito, una tantum, i Decibel: sono passati trent'anni da "Contessa". Non solo: prima della performance dei Nomadi con Irene Fornaciari Anto, sicuramente imbeccata da Beppe Carletti, ha ricordato che Augusto Daolio, voce storica della band emiliana, avrebbe compiuto settant'anni. Da segnalare anche Marco Mengoni con i Solis Quartet che migliorano sensibilmente la sua canzone mentre il coro dei minatori per Cristicchi è più che altro esornativo. Raffinate la Ayane con Sabrina Brazzo e il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, e Noemi con i Kataklò, scanzonata Arisa che ripesca il vero Gufo jazz Lino Patruno, Fabrizio Moro spreca Jarabe de Palo, Povia con Masini si commenta da sé. Giù un altro cucchiaio di Gran Soleil, ruttino, pronti per l'ultima puntata.
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