Cultura e Spettacoli
Giovedì 13 Maggio 2010
Villa Scalabrini a Shenley
Il cuore di Como a Londra
Sabato 15 maggio, in biblioteca, si presenta il libro in inglese di Rosaria Marchesi, che ha ricostruito la storia della casa di riposo fondata dal beato comasco.
Una "piccola storia" ha lanciato un ponte fra Como e Londra. Riguarda la Casa di riposo sorta quasi 25 anni fa a Shenley, in una verde area a Nord della capitale britannica, di recente messa a tema in un libro dalla giornalista e scrittrice comasca Rosaria Marchesi. «Si tratta di un microcosmo accostato quasi per caso, durante un soggiorno a Londra» precisa l'autrice invitata dal Soroptimist International Club di Como ad illustrare «Villa Scalabrini, Shenley. A little italian story» (titolo della pubblicazione presentata pochi giorni fa nel contesto inglese), presso la biblioteca comunale, il 15 maggio alle ore 16. «Si tratta di una struttura destinata agli immigrati anziani d'origine italiana, l'unica in tutto il Regno Unito» specifica segnalando una vicenda che risale a fine Ottocento, collegata al carisma del beato Giovanni Battista Scalabrini, nato a Fino Mornasco nel 1839, priore della parrocchia di San Bartolomeo in Como prima di venir nominato vescovo di Piacenza, e per tutta la vita animato da particolare impeto missionario che lo spinse ad occuparsi degli emigranti sparsi nel mondo. La casa di riposo londinese che porta il nome del sacerdote di origini lariane, affronta oggi problematiche ben diverse: «Una nuova esigenza si è affacciata in tempi più recenti nella storia di famiglie perfettamente integrate, ormai radicate da più di una generazione, nel tessuto sociale inglese - spiega l'autrice del libro - Nell'ultima fase della vita, facilmente caratterizzata dalla solitudine e dal ricordo delle proprie radici, gli anziani cercavano un luogo a loro più familiare e carico di riferimenti anche alla propria tradizione religiosa. Inizia così l'impresa oggi aperta ad una cinquantina di ospiti". Nelle pagine, con testo bilingue, italiano e inglese, affiora tuttavia una vicenda più ampia, che va ben oltre le mura di «Villa Scalabrini», raccontata attraverso una serie di testimonianze attinte da fonti degli archivi e attraverso interviste con una trentina di protagonisti della stessa avventura. «Più che offrire una documentazione sistematica, ho tessuto un arazzo a più fili, diciamo a più voci, che certamente mette a fuoco alcune pagine di storia ancora poco esplorate da vicino» precisa la Marchesi alludendo alle amare vicissitudini degli emigranti italiani concentrati nel primo quartiere ghetto di Londra, piuttosto che al dramma di quanti furono identificati come "nemici", dati gli sviluppi dell'ultimo conflitto bellico, con l'Italia alleata dei Tedeschi contro il Regno Unito. Fatti che emergono da un materiale vario: non solo da polverose carte, ma dal racconto di ricordi vividi, ancora vibranti di sentimenti e di umanità.
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