Il Broletto? Ce n'erano 3
Rivelazione archeologica

E' ricco di sorprese, l'ultimo numero della rivista Archeologica, periodico semestrale della Società Archeologica Comense. Tra i contributi specialistici di maggior interesse "popolare", quelli relativi al celebre monumento di Como.

v.fisogni

COMO - Ha visto la luce nei giorni scorsi il numero 189 della «Rivista Archeologica» (220 pp., 40 euro), il periodico di antichità e d'arte della Società Archeologica Comense, edito dal 1872 e fra i più antichi d'Italia nel settore. Contributo centrale della pubblicazione è un'ampia panoramica di Maria Letizia Casati, conservatrice della Pinacoteca cittadina, sui recuperi, le scoperte, le ricerche, i restauri e gli allestimenti delle civiche collezioni d'arte comasche, che hanno consentito, nell'arco degli ultimi vent'anni, di rinnovare il lapidario medievale in Palazzo Giovio, di allestire due nuove sale dedicate alle collezioni tessili in Palazzo Olginati e di allestire le sezioni dedicate al Medioevo, al Rinascimento, alla Quadreria e al Novecento in Palazzo Volpi. La relazione è seguita dagli elenchi dei restauri realizzati e dei prestiti concessi. Completa la rassegna un articolo di Daniele Pescarmona sul restauro della Galleria degli «uomini illustri greci e romani» in Palazzo Giovio. È ancora lo stesso autore ad occuparsi di due sculture settecentesche: l'«Immacolata» della chiesa di S. Stefano in Sorico e la «Madonna del Rosario» della chiesa di S. Michele a Pellio Inferiore, da attribuirsi al poco noto artista Antonio Radaelli. Due contributi sono dedicati al Broletto. Il primo, di rilevante spessore documentario, è un accurato studio del concittadino storico dell'arte Alberto Rovi sull'area del Palazzo del Comune e del Duomo di Como, verificandone i reciproci condizionamenti e ristabilendo il senso degli appellativi «Broletto Vecchio» e «Broletto Nuovo». Vera ed interessante novità per i comaschi è che i Broletti siano stati, in epoche diverse, addirittura tre, d'uno dei quali si individua l'area sulla Piazza del Duomo e che fu distrutto per fare spazio all'allungamento della navata della cattedrale. Del Broletto attuale parla anche la studiosa Carla Travi in una indagine sulla decorazione pittorica dell'aula tra XIII e XIV secolo. Non mancano articoli specifici di contenuto archeologico quale uno studio di Cristina Torso su di una coppa inedita del ceramista aretino P. Cornelius (I secolo d.C.) raffigurante, a rilievo, tre gruppi formati da un cacciatore in lotta, rispettivamente, con una leonessa, un leone ed un orso. L'indagine si sposta, a cura di Francesca Romana del Fattore, nella parte alta del Canton Ticino e per l'esattezza nel paese di Tenero - Contra, sulla sponda settentrionale del Lago Maggiore, luogo frequentato sin dall'età del Bronzo. L'analisi è concentrata su di un nucleo di tombe, venute alla luce nel 1970, inquadrabili fra il III e il II secolo a C. Particolare rilievo assumono le ricche sepolture caratterizzate da oggetti d'ornamento (fibule in ferro e bronzo con inserti di corallo ed orecchini con vago d'ambra) e vasellame ceramico tra cui alcuni fra i più antichi esemplari di vasi a forma di trottola. Nel complesso l'attuale numero del periodico, stampato per i tipi della Newpress, consta di 220 pagine illustrate da immagini fotografiche e grafici ed è corredato dalla traduzione dei sommari, come di consueto, in francese, inglese e tedesco.

Avv. Cesare Piovan
(Presidente della Società Archeologica Comense)

Cultura e Spettacoli

Giovedì 10 Giugno 2010

Il Broletto? Ce n'erano 3
Rivelazione archeologica

v.fisogni

Sezioni

Settimanali

Territorio

Sport

Chi Siamo

Servizi

Cultura e Spettacoli

Giovedì 10 Giugno 2010

Il Broletto? Ce n'erano 3Rivelazione archeologica

v.fisogni

Il Broletto? Ce n'erano 3
Rivelazione archeologica