Agrippino, vescovo di Como
da riscoprire tra fede, arte e folk

Domani sera al Don Guanella una conferenza di Monsignor Saverio Xeres sulla figura del religioso

COMO - Un appuntamento tra storia, fede, tracce d'arte e anche suggestioni tra folclore e costume. Si terrà domani alle 21, nella sala multimediale del museo Don Guanella di via Tommaso Grossi, 18, a Como. L'associazione culturale Iubilantes propone un incontro a cura di Monsignor Saverio Xeres dal titolo Pro sancta studuit pereger esse fide. Agrippino vescovo di Como (VII secolo). Certamente si tratta di una serata di approfondimento che però vuole aprirsi a tutti coloro che vogliano conoscere un personaggio antico e la Como del suo tempo. Monsignor Xeres,  ha posto la lente dello storico sul personaggio di una figura centrale nelle vicende di storia lariana e non solo. Si tratta, appunto, di Agrippino, tredicesimo vescovo della Diocesi Comense, vissuto tra il VI e VII secolo e inviato a Como dal Patriarca di Aquileia, durante la fase complessa dello scisma detto "dei tre Capitoli". «Di  Agrippino sappiamo poco - spiega il monsignore, docente di Storia della Chiesa al Seminario di Como e alla facoltà teologica di Milano -. Si conserva ancora, ma è poco conosciuta, una iscrizione funeraria che si trova nella chiesa di Santa Eufemia sull'Isola Comacina, epicentro della vasta e importante attività evangelizzatrice di Agrippino nella zona del Centro Lago. Lo studioso Angelo Roncoroni, nel 1980, trascrisse e tradusse tale iscrizione, pubblicandola sulla Rivista Archeologica Comense. Nella conferenza mi riferirò a questa testimonianza, che, insieme ad un cippo conservato nel Chiostro di Piona, costituisce una delle sporadiche testimonianze oggi esistenti. Dell'importanza di Sant'Agrippino è dimostrazione anche la sopravvivenza del suo nome, diffuso ancora in tempi recenti in alcune zone del lago». Il percorso a ritroso sulle tracce di Agrippino non sarà soltanto una ricerca sul personaggio, ma permetterà al pubblico di ripercorrere un tratto della storia comasca, in periodi agitatissimi come lo Scisma dei Tre Capitoli, a cui, tramite Agrippino, si annodò la vicenda della diocesi  comasca, che aderì allo scisma in funzione antiromana.
Agrippino segnò con il suo operato, un momento di profonda trasformazione, traghettando Como dall'area di influenza della Chiesa milanese al controllo di Aquileia, che sarebbe durato fino al XVIII secolo». 
Nella serata, sarà esposta in Museo la prima edizione dell'operetta di don Luigi Guanella dal titolo Primo centenario della traslazione del corpo di Sant'Agrippino vescovo da Lenno a Delebio nel 1785 scritto nel 1885 e dedicato proprio al tredicesimo vescovo di Como. Info: 031/279684  o sul sito www.iubilantes.eu.
Sara Cerrato

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