La medium: "A Como
con il mio spirito guida"

La medium più famosa al mondo, di passaggio per Milano, per promuovere il suo ultimo best seller globale, ha raccontato del suo speciale legame "paranormale" con il nostro lago...

di Severino Colombo

«Sensitiva e medium offre consulto»; seguono prezzo e numero di telefono. Ha iniziato così Rosemary Altea la sua carriera, con un annuncio come tanti. Due righe su un quotidiano locale e la vita è cambiata. Oggi è una star nel suo campo, ha venduto milioni di libri, a partire dal best seller "Una lunga scala verso il cielo" uscito nel 1996, ha fondato una associazione di guaritori, ha aiutato e dato conforto (dice lei) grazie al suo potere di comunicare con i defunti migliaia di persone e, per dirla tutta, per quello che fa ha pure avuto qualche guaio con la giustizia.
Sessantaquattro anni portati splendidamente, nata a Leicester, Rosemary Altea vive negli Stati Uniti; la incontriamo a Milano durante il tour di presentazione dell'ultimo libro "I miracoli accadono", edito come i precedenti da Sperling & Kupfer.
Premessa: dimenticate l'immagine di medium seriosa, magari inquietante e un po' lugubre, Rosemary Altea è una persona solare, serena con se stessa  e anche molto… spiritosa.

Innanzitutto lei, signora Altea, come si definisce?

Beh' Sono molto strana non c'è dubbio. Sono per prima cosa una madre: ho una figlia (Samantha Jane di 40 anni, ndr) e ho un istinto molto naturale a prendermi cura delle persone. È qualcosa che va oltre mia figlia. Quando incontro altri che soffrono e sono tristi, provo a entrare in contatto con loro, a raggiungerli e a toccarli. Sono molto "tattile".

Cosa le dicono le persone che incontra e cosa lei dice loro?

Molti vengono da me dicendo di soffrire, di provare un dolore immenso per una perdita o una malattia. Spesso il loro dolore è enorme e cerco di disciplinarlo: la loro condizione è tale che non sanno  quali passi devono compiere, sono molto confusi. Sono molto brava a trasmettere questa disciplina. Li stimolo: devi smettere di essere triste e dispiaciuto per quello che è accaduto e devi essere attento a ciò che ti sta succedendo; puoi migliorare e sentirti meglio. In questo senso sono una madre molto dura.

Che cosa insegna loro, praticamente?

Molte cose. La principale è farli guardare dentro se stessi. Siamo più forti di quanto pensiamo e molti rinunciano ad avere speranza troppo facilmente. Quando si ha un figlio gli si insegna a mangiare, a camminare, a corre e a ridere. Così quando veniamo colpiti da un trauma diventiamo come bambini, ritorniamo a quello stadio. Dobbiamo ricominciare. Imparare  come si fa a camminare, a mangiare, a parlare e magari a ridere che è la cosa più difficile. Ma il riso è anche la migliore terapia.

Lei fin da bambina sostiene di avere il dono di sentire voci e vedere persone scomparse, ha mai pensato di tenerlo per sé?

Come avrei potuto? è talmente esplosivo. Non era dedicato solo a me, è una cosa troppo bella per non volerla condividere. Sono certa che molte persone ce l'abbiano, ma lo condividono in un maniera più tranquilla di me.  All'inizio lavoravo da casa: la prima settimana all'annuncio avevano risposto tre persone; la seconda, altre tre. Il passaparola si è messo in moto e il telefono ha cominciato a squillare di continuo. In breve avevo una lista d'attesa di cinque anni. Poi con la pubblicazione del libro sono diventata nota in altri Paesi. Sono una scrittrice e non lo faccio per essere famosa ma perché ho qualcosa da dire.

In Italia le persone che soffrono di allucinazioni sonore, ovvero "sentono le voci" sono oltre 2 milioni (270 mila in Lombardia). Sono tutti potenziali medium?

Se in Italia sono 2 milioni vuol dire che nel mondo saranno miliardi. Avevo una nonna, Lisa, che sentiva le voci, era una paziente volontaria in un istituito psichiatrico. Da piccola sentivo le voci e mia madre mi diceva «Guarda che tu sei pazza come tua nonna o lo diventerai». Credo che ci siano persone che hanno problemi psichici e altre che, invece, dovrebbero dare maggiore attenzione a quel qualcosa di interiore ed esteriore che percepiscono magari in maniera vaga e confusa.

Molti, a partire dagli scienziati, sono scettici rispetto alle sue reali capacità di comunicare con le anime dei defunti?

È vero, ma chi se ne importa. Sono una persona che permette agli altri di credere in ciò che desiderano e se decidono che non vogliono credere, a me non interessa. Il fatto è che ci sono persone che affermano «Io non ci credo», perché sotto sotto hanno paura. Questo timore fa sì che sviluppino una certa cattiveria, perché questo li fa sentire meglio. Non mi feriscono, ma sono triste per loro.

Da anni lei vive con al fianco il suo spirito guida "Aquila Grigia". C'è anche quando non è in comunicazione con spiriti dell'aldilà?

Sì, sempre, anche nella vita quotidiana. A esempio quando cucino: mi piace cucinare e se sono una brava cuoca è merito suo. Non assaggio nulla, è lui a guidarmi. Un'altra mia passione è il canto: in quel caso lo spirito si limita ad ascoltare e credo che gradisca.

"Aquila Grigia" è con lei anche durante le vacanze.

Sì. Come quella di qualche anno fa sul lago di Como.
A quindici anni a scuola avevamo una ricerca da svolgere e non so perché ho scelto di dedicare la mia al lago di Como. A quel tempo non c'era Internet e reperire informazioni non era per niente facile. Allora ho deciso che un giorno lo avrei visitato davvero e quando l'ho fatto finalmente, era il 1995, l'ho trovato bellissimo ed enorme. Mi era fatta l'idea che si potesse girare a piedi, invece….
(Chissà se questo ricordo è vero. Lei garantisce di sì, ma della tesina sul Lario non c'è traccia. Certo è che lo scoop è in linea con il personaggio di Rosemary Altea. Crederle o non crederle? Che si tratti di spiriti, poteri sovrannaturali o ricordi personali la questione, in fondo, è tutta lì).

Rosemary Altea, «I miracoli accadono», Sperling & Kupfer, 214 pagine; 17 euro.

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