Sul filo della moda
il rilancio di una città

Si inaugura sabato 11 dicembre la «Biblio Filo» della Fondazione Ratti. Appuntamento alle ore 18, a Villa Sucota di Cernobbio, anche per la conferenza di Francesco Bandarin, vice direttore per la Cultura dell'Unesco. Ingresso libero.

di Serena Brivio

Era un sogno di Antonio Ratti, comasco che pensava in grande: far nascere nel distretto una scuola di moda di altissimo profilo in grado di formare le nuove leve della filiera e attrarre i migliori talenti stranieri. Come sede immaginava la Fondazione da lui creata, custode delle migliaia di reperti accumulati in sessant'anni di passione per l'arte tessile. L'industriale investì soldi in questo ambizioso progetto e chiamò i migliori docenti. Giunto quasi al traguardo, il sogno si infranse: colpa di mancate promesse e contributi mai stanziati.
Oggi la Fondazione apre al pubblico la sua biblioteca con la mostra «Biblio Filo», omaggio ad Alberto Tagliabue, noto collezionista locale che ha donato all'ente oltre trecento volumi. Altro materiale prezioso per trasmettere un sapere unico, che tutto il mondo ci invidia. I serbatoi di storia sono parecchi nel territorio: il Museo della seta, quello del merletto a Cantù, gli archivi conservati presso la Fondazione Setificio. Tante fonti utili a consegnare al futuro l'industria manifatturiera lariana, che deve partire dal passato per continaure a mantenere la sua capacità attrattiva, la forza di sperimentare e innovare. Ma questo incredibile patrimonio teorico può diventare linfa vitale solo se andrà a nutrire un polo di formazione: esemplare, come immaginava Ratti. Di risonanza internazionale, al pari della Royal Academy of Fine Arts di Anversa o dell'inglese Saint Martin, fucine dei nuovi astri del fashion. Se le istituzioni latitano e non ci sono più mecenati, non è certo utopistico attivarsi per creare un link con queste realtà così da far circolare idee e intelligenze. La sfida lanciata dal re della seta è ancora valida: non basta essere imprenditori. Chi opera nel sistema deve assumersi la responsabilità di crescere eredi preparati ad esprimere ed esportare nuova creatività.

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