Nel villaggio di Babbo Natale,
dove tutto è gelo & business

Per stare pochi minuti in compagnia di Santa Claus, bisogna disporre di una robusta carta di credito. Le fiabe, si sa, hanno sempre un versante meno luminoso. Ecco quello che abbiamo visto in Lapponia, dove esiste realmente il "villaggio" del barbuto personaggio amato dai più piccoli. Per dare un'occhiata al luogo, attraversato dal Circolo Polare artico, date un'occhiata alla webcam sul sito di Babbo Natale...

di Carla Colmegna

Sono le nove di mattina a Rovaniemi, ma i lampioni sono ancora accesi e la luce naturale è turchese scuro, un po' come le luminarie che qui da noi quest'anno vanno fortissimo.
Una luce livida, ma stranamente brillante e frizzante, pizzica come il freddo che azzanna la prua di un traghetto imprigionato dalle acque ghiacciate del fiume che attraversa la città. A dire il vero, non è solo la prua del traghetto ad essere morsicata dalle ganasce del gelo, anche la pelle della faccia si sente un po' strana. Ad ogni modo, a otto chilometri dal Circolo Polare Artico sarebbe antipatico sentire caldo a dicembre e, sapendo di essere alla stessa distanza dal villaggio di Babbo Natale, la delusione sarebbe ancora maggiore. Per cui, va tutto come da programma: buio di giorno (albeggia solo per un'oretta e mezza circa, a volte due, tra le 12 e le 14 mentre a maggio e giugno è sempre luce), freddo, neve come non si è abituati a vederne in Italia e non solo per la quantità, dimensione che già da sola basta a stupire, quanto anche per la qualità, talmente farinosa da far dire a una bambina: «non si riesce nemmeno a schiacciarla per farne una palla di neve». È vero, a soffiarla vola.
Sulle le strade la neve è così tanta che nemmeno la spalano, perché ci si deve arrendere alla natura quando si capisce che non c'è speranza di vincerla; non la spalano ma la battono, la pigiano in modo che sia compattissima e che auto, bus e camion ci passino sopra senza catene, con gomme da neve speciali, ma senza scivolare. Di strade bloccate, imprecazioni, tir di traverso, gente fratturata per le cadute sul ghiaccio non c'è nemmeno l'ombra. In Lapponia tutto scorre lento, preciso, silenzioso, sembra perfetto come il ticchettare del pendolo di legno che segna il tempo nella casa di Babbo Natale.
Nel suo villaggio, appena fuori Rovaniemi, hanno pensato a tutto quello che si può immaginare arrivando qui da tutto il mondo. Ci sono case in legno, percorsi gioco costruiti con la neve, ciambelloni gonfiabili da usare come slittini giù da precipizi di ghiaccio (occhio alla schiena), un pupazzo di neve animato che ciondola per le vie del villaggio e si ferma a chiacchierare con i bambini sfidandoli a scivolate sulla neve, la renna con il suo guardiano in tipico costume Sami, ristoranti per tutti i gusti, da quello patatine e pizza (pizza... un ripasso a Napoli non farebbe male ai cuochi di Babbo Natale) a quello dove si mangia un super salmone alla griglia (ricetta millenaria top secret) e negozi che smagriscono il portafogli. Gli euro vanno via come caramelle, e che caramelle! Un bottiglietta d'acqua non costa meno di 3 euro e se si fa tappa nel negozio ufficiale dei gadget di Babbo Natale è la fine.
Per non parlare della strisciata della carta di credito quando si decidesse di acquistare (e come fai ad esimertene) una o più foto del mitico incontro con Santa Claus o, peggio ancora, del video che ti ritrae per sempre con un sorriso congelato dall'emozione a fianco del Babbo barbuto. Del resto, quando ricapita di venire chiamati personalmente al suo cospetto, nel suo salotto, di stringergli la mano e di fargli la domanda che si tiene in gola da quando si avevano sei anni?
Comunque è vero, anche il più cinico e scettico turista, un po' si scioglie. Forse non si commuove, ma anche per lui il tempo si ferma per un pugno di secondi. E qualche adulto è più ansioso del bambino che accompagna. Probabilmente è una questione di "riflesso emotivo". L'emozione che si immagina che il piccolo possa provare scatena un'emozione al quadrato nell'adulto che è lì a guardarlo. Insomma, la visita a Babbo Natale dura non più di cinque minuti, attesa in corridoio esclusa, ma il ricordo benefico dell'esperienza è a rilascio ritardato, molto ritardato. Certo, tutto funziona se si è disposti a percepire la magia che soffia dentro la casa di Babbo Natale, altrimenti... puf! Appare tutto come un business, a cominciare dall'atrio di villa Santa Claus dove ad attendere gli ospiti, dalle 9 alle 19, anche d'estate, ci sono sorridenti follette che staccano biglietti d'ingresso e all'esterno della casa con il tetto a punta che ricorda la kota, tradizionale tenda della popolazione Sami (a parlare la lingua originale della popolazione del Circolo Polare Artico sono rimasti in seimila), c'è l'ufficio postale di Babbo Natale. Si spende anche lì, ma è un altro incanto imperdibile dove tutto si muove al suo sordo del timbro manuale. Le follette, più follette che folletti a Rovaniemi, lo picchiano con vigore e impegno su ogni lettera che arriva qui dal mondo intero. E non è un modo di dire. Su una lavagna appesa a una parete dell'ufficio postale c'è scritto che Babbo riceve 14 milioni di lettere da 198 Paesi diversi. Tutte visibili, tutte catalogate in caselle con l'etichetta col nome del Paese d'origine, tutte in attesa di arrivare in tempo entro il 24 dicembre. L'ingranaggio non si incanta. Una folletta vende le cartoline e le lettere, un'altra i gadget (impossibile non comprarli), la terza timbra. Tutte, sempre, sorridono e hanno una parola dolce da spendere, che si sia adulti o bambini. Oh, che bello. Sarà anche per finta, ma vivere per un attimo senza la cafonaggine e l'aggressività delle nostre città è proprio bello. Si respira meglio e si sente più caldo, anche se fuori ci sono sedici gradi sotto lo zero e un filo luminoso ricorda che si è al Circolo Polare Artico. Roma è lontana 3653 chilometri e la Lapponia è una regione immensa, ma Tula, signora di etnia Sami che offre la cena nella sua kota extra lusso nei pressi di Napapiiri, dice che ci vivono solo settemila persone, appena 300 nel villaggio di Saariselka, la più importante stazione sciistica della Lapponia. Tula ha cucinato salmone del mar Baltico, passato di funghi della foresta artica, stufato di renna con purè (le patate sono onnipresenti), torta dei Sami (di cioccolato). La mattina c'è il porridge (mandarlo giù è impegnativo) fatto d'avena cotta in acqua. Energetico e anti-freddo, ma... meglio bacon e uova. Ad ogni modo Hyvaa ruokahalua, cioè buon appetito! L'importante è aver consegnato la letterina direttamente nelle mani di Babbo Natale. Anche per quest'anno i regali arriveranno e aver ricambiato la visita a Santa Claus era un'esperienza da vivere. Il viaggio continua, la Lapponia è grande.

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