La pace tra i popoli?
E' scritta nelle stelle

Secondo l'astrofisico Xuan Thuan la storia dell'universo fonda un nuovo umanesimo: le basi fisiche dell'armonia sono le stesse che regolano le relazioni interpersonali. Scarica il testo completo del saggio, di cui pubblichiamo un estratto, per gentile concessione dell'editore "Vita e Pensiero". Il testo uscirà il 9 marzo sull'omonima rivista culturale dell'Università Cattolica.

di Trinh Xuan Thuan

Intorno a 3,8 miliardi di anni fa, sul terzo pianeta a partire dal Sole, chiamato Terra, è accaduto un evento straordinario: l'inanimato è diventato animato ed è sorta la vita. Polveri di stelle inanimate si sono assemblate facendo nascere una strana molecola di acido a forma di doppia elica, il Dna, che scopre come riprodursi dividendosi. Fa seguito, circa 3,5 miliardi di anni fa, l'entrata in scena del primo batterio, semplice cellula senza nucleo circondata da una membrana e antenato comune di tutte le creature viventi. Poi ecco tutta l'evoluzione del vivente: attorno a 1,8 miliardi di anni fa, la scoperta da parte delle cellule che l'unione fa la forza, e la loro fusione in cellule più complesse. Le mutazioni genetiche e la selezione naturale entrano in gioco per produrre la straordinaria diversità delle specie viventi sulla Terra. Si succedono i primi vegetali pluricellulari, diversi tipi di alghe marine, 600 o 700 milioni di anni fa, e i primi animali multicellulari, circa 580 milioni di anni fa. All'incirca 570 milioni di anni fa accadde un Big Bang biologico, “l'esplosione del Cambriano”, che generò la più fantastica diversificazione che la vita abbia conosciuto. Quella grande esplosione biologica è probabilmente dovuta all'arricchimento di ossigeno dell'atmosfera terrestre da parte delle alghe blu e verdi. La vita dette libero corso alla creatività e all'inventiva; una profusione delle più diverse specie fece la sua comparsa. (...)
Viene poi quella tappa fondamentale della storia dell'evoluzione cosmica che è lo sviluppo dell'umano e l'emergere della coscienza: il primo ominide che cammina sulla Terra circa 3,5 milioni di anni fa; l'invenzione del primo utensile 2,5 milioni di anni fa; l'emergere del pensiero riflessivo e simbolico in Africa con l'homo sapiens circa 200 mila anni fa; l'esodo dei primi umani dall'Africa verso le altre parti del mondo 100 mila anni fa; i disegni rupestri della grotta Chauvet circa 30 mila anni fa; l'invenzione dell'agricoltura 10 mila anni fa; l'invenzione della scrittura e la nascita della civiltà 3000 anni fa; la scoperta degli antibiotici, l'invenzione dell'automobile, dell'aereo, del sottomarino, del telefono, del fonografo, del computer, del fax, di internet e la conquista dello spazio negli ultimi 200 anni.
Il tempo della storia della vita si è fatto notevolmente più vivace verso il finale. L'evoluzione procede come il <+G_CORSIVO>Bolero<+G_TONDO> di Maurice Ravel. Comincia dolcemente e lentamente con gli organismi unicellulari, seguendo una lunga serie di piccole variazioni quasi impercettibili sullo stesso tema che continuamente ritorna. Il tempo musicale accelera sempre di più con il passare del tempo e l'esplosione delle forme del vivente nel periodo del Cambriano è simile alla varietà degli strumenti che fanno progressivamente il loro ingresso nel pezzo di Ravel. Ma l'unità della vita è sempre presente, così come il tema principale del Bolero si fa costantemente sentire. Fino al crescendo e all'apoteosi, dove tutti gli strumenti suonano di concerto in un <+G_CORSIVO>maelström<+G_TONDO> di note, come il miracolo dell'emergere del pensiero e della coscienza. Questo grande racconto unitario di tutte le scienze non solo è magnifico. Esso contribuirebbe anche a unire gli uomini di buona volontà di tutto il mondo se potesse essere divulgato. Sapere che tutti noi siamo polveri di stelle, che condividiamo la stessa storia cosmica dei leoni delle savane e dei papaveri dei campi, che siamo tutti connessi attraverso lo spazio e il tempo, svilupperebbe il nostro senso di interdipendenza con l'altro. A sua volta, la presa di coscienza dell'interdipendenza esalterebbe in noi il sentimento della compassione, poiché ci renderemmo conto che il muro eretto dalla nostra mente tra “me” e “l'altro” è illusorio e che la nostra felicità dipende da quella degli altri. La prospettiva cosmica e planetaria offertaci da questo magnifico affresco ricostituito sottolinea inoltre la vulnerabilità del nostro pianeta e il nostro isolamento tra le stelle. Ci aiuta a renderci conto che i problemi dell'ambiente che minacciano il nostro porto nell'immensità cosmica trascendono le barriere di razza, cultura e religione.
I veleni industriali, le scorie radioattive e i gas responsabili dell'effetto serra non conoscono frontiere nazionali. La diffusione di questo magnifico sapere comune condurrebbe a una globalizzazione non aggressiva (di un popolo potente che sfrutta economicamente e militarmente altri popoli più indifesi), bensì pacifica. La globalizzazione economica che ha fatto sì che tutto il mondo sia interconnesso da una rete di comunicazioni sempre più performante dovrebbe favorire la globalizzazione del sapere scientifico. Tale globalizzazione pacifica permetterebbe agli uomini curiosi di tutto il mondo di condividere un orizzonte comune e costituirebbe un ponte di congiunzione e dialogo tra uomini di orizzonti e culture diversi. Svilupperebbe in noi il senso di una responsabilità universale e ci esorterebbe a unire gli sforzi per risolvere i problemi della povertà, della fame, della malattia e di tutte le altre calamità che minacciano l'umanità. Condurrebbe a un umanesimo universale che favorirebbe l'affermarsi della pace nel mondo.

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Eco di Bergamo SAGGIO SULL'UNIVERSO