"Aut", la rabbia contro la mafia

Torna in scena, dopo la "prima" comasca di qualche settimana fa, allo Spazio Gloria, lo spettacolo "Aut, un viaggio con Peppino Impastato". Sabato 19 marzo, alle 21, gli spettatori potranno seguirlo al teatro Lucernetta. Sul palco, vedremo l'attore comasco Stefano Annoni.

Aut, la rabbia contro la mafia

(Foto di redazione)
Torna nuovamente in scena, dopo la "prima" comasca, di qualche settimana fa, allo Spazio Gloria, lo spettacolo "Aut, un viaggio con Peppino Impastato", allestimento che è stato scritto per ricordare l'eroe morto per mano della mafia. Sabato 19 marzo, alle 21, gli spettatori potranno seguirlo al teatro Lucernetta, la piccola sala di piazza Medaglie d'Oro che ospita una rassegna omonima di spettacoli teatrali. Sul palco, vedremo l'attore comasco Stefano Annoni, ventottenne, diplomato alla Paolo Grassi di Milano, seguito dalla  regia di  Paolo Trotti. Annoni è anche nel gruppo  degli autori del progetto, mentre al testo ha lavorato anche  Giuseppe Adduci, con Paolo Trotti e Simona Migliori. Viene proposto dunque un allestimento di teatro "civile", in cui è lo stesso Impastato, in un testo tra autobiografia onirica e narrazione, a raccontare la sua nobile e tragica storia, caratterizzata dall'impegno e dallo sdegno nei confronti del malaffare mafioso. Non a caso, la messinscena, prima di arrivare a Como, ha già compiuto diverse tappe di cui la più importante è stata quella del debutto al Forum Nazionale Antimafia Felicia e Peppino Impastato di Cinisi. In maggio poi, Aut sbarcherà a Milano al Teatro della Cooperativa. Non è casuale questo interesse per un lavoro di denincia civile, in un momento difficile per la lotta alla mafia anchein Lombardia, terra che sembra essere diventato il nuovo eldorado dei mafiosi affaristi. Il titolo del lavoro, Aut è mutuato da Radio Aut, piccola stazione radiofonica dell'era delle cosiddette radio libere, che veniva utilizzata da Impastato proprio per lanciare le sue denunce contro i crimini e le trame degli uomini di mafia. Erano gli anni Settanta e del fenomeno mafioso ancora si stentava a parlare, tra omertà e tentativi di insabbiare il fenomeno, dietro allo slogan  "la mafia non esiste". Peppino Impastato, giovane e impegnato anche politicamente, non voleva chiudere gli occhi e aveva avuto il coraggio di accusare, in primis, Gaetano Badalamenti, personaggio di spicco nella mafia di Cinisi e di Terrasini. Proprio per queste sue accuse, attraverso le onde radio, Peppino Impastato sarebbe stato ucciso, poi, il 9 maggio del 1978, quando fu rapito e deposto con una carica di tritolo lungo la ferrovia, e poi fatto esplodere. Per informazioni sullo spettacolo c'è il sito www.unviaggioconpeppino.it.

Sara Cerrato   

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